La Joya si racconta in una lunga intervista apparsa sul quotidiano spagnolo El Pais. il ragazzo ha le idee e lo si capisce da tante cose. Per esempio dal fatto che, nonostante abbia segnato più di Carlitos Tevez nella sua prima stagione in bianconero, non si è montato la testa. Per questo racconta che non lui ma "Gigi" - ovvero Buffon - "è un leader. Le prime volte che l'ho visto mi ha colpito perché trasmette voglia di vincere e di crescere". E ancora "Con lui è più facile vincere perché dà grande forza interiore".
Un killer
Secondo Max Allegri, Paulo Dybala ha lo sguardo dell'assassino - "si vede che vuole raggiungere il suo obiettivo".
La Joya non rifiuta questa etichetta e spiega che quando va in campo si trasforma, mentre "fuori mi piace scherzare con gli amici". "Dicono che ho la faccia da bambino, ma dentro penso con un calciatore di 30 anni". Allo specchio si vede come un ragazzo che "ha voglia di crescere e diventare un giocatore importante. E' come un gatto che si vede come una tigre. Ho fiducia in me e sono determinato a crescere".
La morte del padre
L'intervista racconta anche i momenti difficili della vita di Dybala, come quando è morto il padre. "Il calcio mi ha aiutato a andare avanti" ed anche "i miei fratelli mi hanno aiutato a non mollare". "Mio padre aveva un sogno: che io diventassi calciatore"e ora "sarebbe orgoglioso".
"Lo vedo nel viso di mia madre tutti i giorni"."La mia famiglia mi ha insegnato fin dall'infanzia che bisogna sempre essere umili e non pensare che siamo più degli altri. E questa mentalità mi ha portato fin qui".
L'arrivo in Italia
Nel luglio del 2012 arriva al Palermo per 12 miliardi di euro. La Joya si adatta presto ai nuovi metodi di lavoro, come il duro lavoro fisico in palestra.
Tra i tanti consigli che ha ricevuto ricorda quelli di Gattuso. "Mi ha aiutato molto". "Mi ha dato consigli su come posizionarmi per evitare i calci". "In più di un allenamento mi dava calci proprio per insegnarmi a difendermi".Andarsene di casa a quindici anni ed arrivare in Europa a 18, sono state due esperienze che lo hanno fatto "crescere molto".
"Ti aiuta a maturare e a stare attento perché dipendi da te", "però a volte mi piacerebbe essere come i miei amici e non avere preoccupazioni".
L'impatto con la Juventus
A Torino ha trovato dei calciatori che "con tutto quello che hanno vinto potrebbero rilassarsi e invece mostrano ogni giorno in allenamento che vogliono continuare a vincere. Per un ragazzo di 22 anni vedere questo è fondamentale". I più divertenti? "Pogba, Asamoah, Pereira, Morata e Zaza". E quelli che ascolta di più? "Buffon, Evra, Marchisio, Bonucci e Chiellini". "Molti alla Juve mi hanno detto che somiglio a Tevez. Credo che sia per il modo di giocare e per la garra" - parola argentina che si può avvicinare al termine grinta.
L'Argentina
Se la Joya potesse scegliere vorrebbe fare sia i Giochi che la Coppa America "quella del centenario", ma teme che non possa scendere in campo in nessuna delle due occasioni. i modelli da seguire per lui sono stati "Riquelme, ma anche Ronaldinho mi piaceva tantissimo". "Gli argentini non vanno molto d'accordo con i brasiliani nel calcio, però dobbiamo riconoscere il buono, comeRonaldinho e Neymar. Allo stesso modo ammiro molto Messi".