“Io soffro lo stress, io soffro lo stress” così recitava una recente hit di successo dei Velvet di qualche anno fa, e proprio lo stress, in questo caso la pressione mediatica di un posto come Parigi, ribollente di passione e traboccante di voglia di vincere, potrebbero “costringere” il Matador Cavani ad abbandonare la capitale transalpina e tornare nel suo vecchio, dorato “Regno” chiamato Napoli. E si perché al termine della sconfitta di domenica sera contro gli odiati rivali del Monaco (seconda débâcle coi monegaschi in 5 mesi), la stampa parigina ha intentato un vero e proprio processo nei confronti del Matador, reo secondo i tanti detrattori di non essere in grado, come faceva Ibrahimovic, di trascinare la squadra e risultare decisivo, specie in partite d’élite.
L’edizione odierna di France Football, infatti, apre con un titolo abbastanza eloquente: “Cavani, il processo è aperto” gettando un po’ la croce, la responsabilità della sconfitta quasi interamente sul solo Matador, diventato il capro espiatorio di un Psg in fase di assestamento dopo la rivoluzione tattica approntata dal tecnico iberico Emery.
Cavani, i soldi non sono tutto
Cavani e Parigi, un feeling mai nato. Cavani oscurato da Ibra, costretto a girare al largo in campo, a vivere sotto l’ombra imponente del “satrapo” svedese, a resistere alla figura carismatica di uno zingaro del pallone dai piedi dorati e dall’ego smisurato. Un’ombra che lo perseguita ancora, nei paragoni, di dubbia utilità, fra recente passato e precaria contemporaneità, fra polemiche sterili, fischi e disamoramento.
Un Cavani, in pratica, non a suo agio in quel di Parigi, così vicina ma così lontana dagli antichi fasti di Napoli, città dall’amore smisurato, dionisiaco e folle per i suoi idoli, fra cui va annoverato anche il Matador.
Il danaro, nella vita non è l’unica cosa che conta, l’amore e gli affetti hanno un valore diverso, superiore e così, nella disperata, ormai pressoché impossibile speranza di rivederlo al San Paolo, l’unica leva per forzare la mano agli insensibili ricconi qatarioti potrebbe essere l’amore, quello sterminato dei tifosi azzurri e quello naturale della sua famiglia, rimasta, proprio per amore, a Napoli, fra mille incertezze e dubbi, la città spera ancora.