L'altra sera si è svolta la prima partita dellaNazionalevalida per le qualificazioni al mondiale che si terrà in Russia nel 2018 e gli azzurriad Haifa vincono 3 a 1 contro Israele. In molti forse hanno fatto i complimenti al selezionatore Giampiero Ventura e alla squadra tutta, ma è un pericoloso equivoco fermarsi a una partita, perché già il 6 ottobre prossimo, a Torino, dovrà fare i conti con il talento e l'organizzazione della Spagna che ha rifilato 8 goal a Liechtenstein. Un giudizio superficiale ci fa gioire, ma a vedere il #calcio italiano - più approfonditamente- sembrerebbe fermo al 2011 - 2012.

Potremmo commettere l'errore veniale di individuare MarcoVerrattie CiroImmobilecome migliori in campo ieri, ma il pubblico sta perdendo entusiasmo. Questo suggerisce un'ulteriore riflessione sulla preparazione e la costruzione dei vivai nei clubs italiani:Il calcio è uno sport che esalta il collettivo più delle individualità. In Italia manca cultura sportiva di base, o vinci o non sei nessuno, non conti. Purtroppo molti ragazzi oggi - qualsiasi sport inizino - hanno come obiettivo il denaro non quello sportivo.

Così forse direbbe ancoraZeman. Quando si nomina #Zdeněk Zeman, ex tecnico di Licata, Foggia, Lazio, #A.S.Roma, Cagliari, Pescara ci si imbatte in due fazioni: chi lo ama e chi lo odia.

Però la sua immagine è stampata nella memoria di tutti, il gelido allenatoreboemo ha gli occhi pieni di consapevole follia, è devoto ad uno stile di gioco estremamente offensivo ed è spesso vittima della sua stessa intransigenza tattica, ma lo spettacolo c’è.

Forse ciò che manca al pubblico del calcio non sono le domande del dopo partita, di cronisti navigati, che trovavano sempre grande qualità nelle risposte zemaniane e una proverbiale scelta di tempo.

L'artigiano del #calcio, il cesellatore, ci manca perché Insigne, Verratti e Immobile sono creature zemaniane future stelle della Nazionale prossima.

Sono solo voci, ma sembrerebbero fondate: secondo un noto portale ci sarebbetrattativa in piedi per far approdare Zeman sulla panchina dello Slavia Praga. Tornerebbe nel suo paese natale, dal quale è partito 47 anni fa e tornerebbe ad insegnare #calcio, perché non possiamo continuare a viver di rendita. Dobbiamocontinuare a nutrire speranza per il futuro di questo sport.