Domani, 29 Settembre, l'attuale Presidente del Milan Silvio berlusconi compirà 80 anni. La figura di Berlusconi è una figura molto discussa; alcuni lo detestano, molti lo amano, ma su una cosa tutti sono concordi: è stato uno dei primi a rivoluzionare il mondo del calcio e a fare la storia di esso.

Era fine anni '80 quando Silvio decise di comprare il Milan. Il tempo di sistemare il bilancio della società e poi via con i pesanti investimenti: Donadoni, Gullit, van Basten e RijKaard furono acquistati tra il 1986 e il 1987 per una cifra che sfiorava i 18 milioni di Euro, uno sproposito per le cifre dell'epoca .Certo, da quel momento in poi il mondo del calcio ha conosciuto somme ben più grandi (basti pensare alla sessione di calciomercato appena conclusa), ma non vi è ombra di dubbio che è stato lui, con i suoi quattrini tanti, il primo a stravolgere il mondo del pallone.

Da Sacchi ad Ancelotti: tutti i trofei e le intuizioni del cavaliere

Il calcio, si sa, non è una scienza esatta. E spesso, spendere tanti soldi non basta a garantire scudetti e coppe. Berlusconi questo lo sapeva bene. Così, non ha messo a disposizione del Milan soltanto il Dio denaro, ma anche la sua competenza nello scegliere i giocatori e soprattutto gli allenatori. La prima grande intuizione è stata quella di scegliere, nel 1987, Arrigo Sacchi come nuovo allenatore. Sacchi praticava un gioco spettacolare che si rifaceva al calcio totale olandese, e veniva da un'ottima stagione in Serie B con il Parma, nella quale però non era riuscito a vincere il campionato. Con il tecnico romagnolo, i rossoneri conquistarono subito lo scudetto e due Coppe Campioni consecutive.

A questi trofei vanno aggiunte 2 Supercoppe Europee, 2 Coppe intercontinentali e 1 Supercoppa italiana. Conclusa l'era-Sacchi, il Presidente ha avuto la sua seconda (geniale) intuizione: Fabio Capello. Il tecnico friuliano era leggermente diverso dal predecessore: meno spettacolo, ma altrettanti risultati. D'altronde il suo score parla chiaro: 4 Scudetti, 1 Coppa Campioni 3 Supercoppe italiane, 1 Supercoppa europea.

Gli anni post-Capello sono una delusione dietro l'altra, intervallata dall'unico scudetto conquistato da Alberto Zaccheroni come allenatore del Milan. Le delusioni vengono interrotte nel 2001, in seguito alla terza (e ultima) illuminazione. Esonerato Fatih Terim, Adriano Galliani, d'accordo con il presidente Berlusconi, affida la panchina a Carlo Ancelotti.

In 8 anni di permanenza alla guida rossonera, il tecnico emiliano ha contribuito ad arricchire la bacheca della società: 1 Scudetto, 2 Champions League, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 2 Supercoppe europee, 1 Coppa del mondo per club. Chiuso il capitolo Ancelotti sono cominciati i guai: prima, tra anni e mezzo con Allegri in cui arrivano uno scudetto e una Supercoppa italiani e poi una serie di allenatori giovani che non riescono a ripetere le gloriose vittorie del passato. Fino al mese di giugno 2016, quando Silvio Berlusconi ha deciso di cedere la società ad un gruppo di finanziatori cinesi.

Berlusconi a "Chi": "Ho un rimpianto, non ho potuto lavorare per il Milan"

Pochi giorni fa, nel corso di un'intervista a "Chi", Berlusconi ha toccato diversi argomenti.

Innanzitutto ha parlato dell'età: "Non ho mai pensato all'età, ho sempre vissuto come un quarantenne. Poi è arrivata la malattia e la consapevolezza che sono un uomo di 80 anni". Sull'imminente compleanno ha dichiarato di non aver organizzato nessuna festa, ma che cenerà soltanto con i suoi 5 figli. Infine ha ammesso di avere un rimpianto: "Ho un rimpianto: quello di non aver potuto lavorare sul Milan come avrei voluto. Se negli ultimi anni il Milan non è stato come prima è solo perché non ho avuto più tempo per occuparmene personalmente". Ha tenuto a sottolineare, comunque, che rimane il Presidente di club più vincente della storia del calcio.