Quasi 40 anni e non sentirli, o meglio, quasi 40 anni e non abbassare minimamente il tiro, anzi. Questo è Francesco Totti, capitano inamovibile ed intramontabile della Roma.

Circa sei mesi addietro teneva banco la notizia di un suo probabile ritiro dal calcio giocato, come al solito c’era chi spingeva per farlo giocare e chi per fargli appendere gli scarpini al chiodo. Tutto venne risolto e messo a tacere con il rinnovo contrattuale valevole per un anno, che il numero 10 giallorosso firmò di comune accordo con la dirigenza romanista.

Diversi mesi sono passati dal quel rinnovo e da allora ad oggi si è sempre parlato dell’impiego che mister Spalletti riserva al “Pupone”, un impiego risicato che ha alzato non poche polemiche.

I romanisti più ferventi, romantici e nostalgici hanno spinto, e continuano a spingere, per il massimo impiego in campo del loro capitano, tralasciando l’aspetto della condizione fisica del loro beniamino. Altri invece consigliavano vivamente il ritiro per un’uscita di scena da campione, mentre altri ancora, presumibilmente allenatori, lanciavano la proposta di un Tottialla Pizarro”, arretrandolo a centrocampo, davanti alla difesa, nel 4-2-3-1 spallettiano. Nulla di tutto ciò è accaduto, poiché mister Spalletti non ha snaturato il profilo del calciatore, ma ha deciso di continuare ad impiegarlo in maniera opinata, ricorrendo alle gesta del campione solo in caso di estrema necessità.

A dar ragione alle decisioni di Spalletti è stata proprio la gara di ieri pomeriggio.

La Romaperdeva in casa con la Sampdoriaper 2-1 e stentava a convincere, la squadra era sottotono, senza idee e senza carattere, mancavano guizzo ed iniziativa e così arriva il momento in cui Spalletti capisce che qualcosa deve assolutamente cambiare per zittire i fischi dell’Olimpico. È il 46’ di gioco e capitan Totti entra al posto di Perotti, da questo momento tutto cambia.

I fischi diventano un’ovazione plateale per il numero 10 capitolino che esalta la sua Roma e dona fascino alla partita. Il primo segno tangibile è il suo assist per Dzeko che insacca il pareggio al 61’. Poi in pieno recupero, al 93’, lo stesso Dzeko viene atterrato in area, dal dischetto ci va proprio Totti che fa esplodere in un boato di gioia tutto lo stadio.

Dal parziale di 1-2 alla vittoria per 3-2 c’è solo una firma, quella di Totti, che in soli tre quarti d’ora toglie prima le castagne dal fuoco e poi conquista tre punti che riportano in alto la sua Roma. Non ci sono record che tengano dunque, Francesco Totti ha intenzione di scrivere ancora pagine memorabili della storia del calcio, perché Totti è un diamante e come un’assillante pubblicità diceva: “Un diamante è per sempre”. Alla luce di tutto ciò si evince che l’età un mero numero, insignificante dinanzi a cotanto talento.

Il mondo di calcio si gode il suo eterno campione, perché si scrive “Totti”, ma si legge “Highlander”, l’immortale.