La notizia ufficiale è del 24 Novembre. Steven Gerrard lascia il calcio giocato. Se ne va un giocatore irripetibile, uno dei più grandi centrocampisti dell'era moderna, un uomo capace di un amore viscerale per la sua squadra e per la sua città, un legame e una fedeltà che sono state spesso avvicinate a quelle di Totti per la Roma.

Un giocatore iconico, uomo che per il Liverpool ha dato tutto. Nel bene e nel male. Dai primi calci a un pallone, alla ferocia agonistica della notte di Istanbul dove andò a prendersi quasi da solo una Champions League che era già praticamente nella bacheca del Milan, fino alla clamorosa scivolata contro il Chelsea che negò di fatto alla sua squadra un titolo che mancava e manca tutt’oggi dalla fine degli anni 80.

504 presenze in campionato, 120 gol che lo pongono al sesto posto all-time tra i marcatori in maglia red. Il quarto dal dopoguerra in poi. Un totale di 710 presenze e 186 gol calcolando tutte le competizioni.

2 FA Cup

3 Coppe di Lega

1 Champions League

1 Supercoppa Europee

1 Coppa Uefa

114 presenze in nazionale condite da 21 gol e dalla partecipazione a 3 Campionati d'Europa e 3 Campionati del Mondo. Nessun trofeo ma qui nemmeno lui è riuscito a sfatare un tabù che dura dal 1966, quando trionfarono in casa davanti alla Regina. Anche se più che un tabù forse possiamo parlare di una minuscola enclave in mezzo ad un oceano sconfinato di sconfitte.

gerrard in maglia bianca ha sempre dimostrato di non essere mai totalmente a suo agio, non riuscendo di fatto a far decollare definitivamente quel centrocampo dove insieme a Frank Lampard sembrava promettere decenni di dominio.

Forse era solamente un problema cromatico. Forse era solamente quel bianco al posto del rosso. Sì perchè è per quella maglia rossa che Steven Gerrard ha immolato tutta la prima parte della sua vita di essere umano.

In aggiunta a tutti i numeri snocciolati sopra ci sono una quantità incalcolabile di sudore profuso dentro e per quella maglia, miliardi di tackle, falli, lanci e passaggi ai compagni.

Parole per loro, per i tifosi e per la gente. La gente della strada. Parole e lacrime per i 96 che morirono nella strage di Hillsbourough, tra cui c'era anche il cugino Jon Paul, a cui dedicò ogni allacciata di scarpe negli anni a seguire.

Sì perchè il Liverpool è veramente l'ideale anello di congiunzione tra la città e la gente.

E' ad Anfield Road che il tessuto sociale della città si intreccia irrimediabilmente, dimentica ogni bruttura del quotidiano e si unisce in un unico afflato verso l'assoluto.

E' l'urlo della Kop. E' l'inno della squadra. E' "You'll never walk alone", quello che Steven Gerrard stesso ha definito "Molto di più di un inno...è un patto tra la gente". Ora la corsa è finita, anche se alcune voci lo vorrebbero interessato ad un ritorno in Europa per un definitivo canto del cigno. Tra gli interessati parrebbe esserci anche il Milan.

Poco importa, anche perchè l'unico finale che avrebbe un senso sarebbe ovviamente in maglia red, quella che non è corretto dire che nasconde sotto la pelle ma che è essa stessa la sua vera e unica pelle, come il costume di superman sotto la camicia di Clark Kent. Un'ultima partita con quella maglia non avrebbe prezzo. Tutto il resto sarebbero solo lacrime nella pioggia.