C'era una volta il foggia di Zeman, Signori, Baiano, Rambaudi. Un tempo lontano almeno quattro lustri.

C'è oggi la Reggina di Zeman, Karel s'intende. Già perché di tempo ne è passato e il figlioletto che seguiva il boemo come un alunno diligente il suo professore si è trasformato in un omone che il padre lo ricorda solo vagamente. Un sorriso molto più aperto e ricorrente, ma lo stesso tono di voce e qualche pausa nel parlare qua e là. Un accento molto più palermitano che ceco.

Il modulo? Ovviamente il 4-3-3, come il Dna impone, ma con qualche rivisitazione.

In estate gli hanno chiesto se fosse potenzialmente meglio del padre, lui ha risposto con arguta ironia: "Se io lavoro in una piazza così importante e lui è disoccupato deve esserci un motivo".

Tra lo scetticismo generale è stato scelto dalla Reggina dopo una buona parentesi all'Abano Terme in Serie D, venuta dopo qualche avventura poco felice. A trentanove anni l'occasione di misurarsi in una piazza che ha conosciuto la Serie A e che, dopo la rifondazione ed il ripescaggio, si accosta con umiltà al campionato di Lega Pro con l'obiettivo della salvezza, nonostante quasi cinquemila spettatori di media allo stadio. Budget ristretto e una rosa di giovanotti, molti dei quali alla prima vera esperienza in Serie A, costruita interamente negli ultimi giorni di agosto.

Un avvio difficile, ma tutto cambia una vittoria nel sentitissimo derby con il Messina. La Reggina nelle prime dieci partite a giocare un calcio frizzante che fa innamorare i tifosi, poi a un certo punto tutto sembra cambiare: forse perchè il non aver fatto la preparazione non è più un vantaggio e gli altri, adesso, corrono di più.

Il figlio di Zeman contro il Foggia

Sembra di assistere, appunto, ad una riedizione della "Zemanlandia" foggiana. Poi, ad un certo punto, un 2-6 casalingo contro il Matera che cambia tutto. Da allora 2 punti in sei partite, conquistati dopo 4 ko consecutivi ed entrambi in zona Cesarini con prestazioni poco soddisfacenti, compresa quella nel derby di Catanzaro.

Adesso c'è il Foggia all'orizzonte. Una squadra di un livello ben superiore e, seppur con tantissime defezioni, arriva sullo Stretto con i favori del pronostico.

La Reggina, nel frattempo sprofondata in zona play out, non può permettersi passi falsi sia per la classifica, sia per riguadagnarsi la perduta fiducia dei propri sostenitori.