Il presidente del CONI Giovanni Malagò alza la voce, e lo fa per discutere di un grave problema che sta facendo perdere interesse al calcio italiano. Come riportato dalla testata giornalistica di Premium Sport, Malagò è tornato sulla questione della necessaria riforma dei campionati di calcio, sottolineando come "andrebbe fatta la riforma dei campionati una volta per tutte". Parole chiare e semplici, molto diverse dal pensiero espresso pochi giorni fa dal numero uno della FIGC Carlo Tavecchio secondo cui la riduzione del numero di squadre in Serie A e Serie B appare un fatto quasi impossibile.
Numeri impietosi
Eppure i dati della massima serie, edizione 2016/17 la dicono tutta sulla necessità di scendere da 20 a 18 formazioni: con ancora 17 partite da disputare (eccezion fatta per tre partite da recuperare in febbraio, ndr), il distacco tra la terz'ultima in classifica (attualmente il Crotone) e la quart'ultima (l'Empoli) è di 11 punti, un divario difficilmente colmabile da qui alla conclusione del torneo sia per i calabresi che per le altre "quasi retrocesse" Palermo e Pescara. Dunque una situazione di classifica del tutto anomala in casa nostra, che di conseguenza ha modificato gli equilibri del massimo campionato: se escludiamo infatti le prime 9 in classifica (che si giocano scudetto e qualificazione alle coppe europee), a partire dalla 10° classificata (il Bologna) fino allo stesso Empoli non ci sono particolari obiettivi da raggiungere e così molti presidenti hanno deciso di "rinsaldare" le proprie casse vendendo i pezzi migliori e guardando già con tranquillità alla prossima Serie A 2017/18.
Dov'è lo spettacolo?
Inoltre lo spettacolo offerto in campo da molte squadre è sempre più scontato e noioso: i tifosi sono costretti ad assistere a partite dall'esito scontato, e non si esauriscono mai le voci su possibili accordi che potrebbero in futuro far scoppiare ancora qualche scandalo scommesse (come accaduto purtroppo recentemente).
Ecco perchè ripristinare una Serie A a 18 squadre ed una Serie B a 20 squadre darebbe maggiore credibilità al nostro calcio: è arrivato il momento di prendere in mano la situazione. Per il bene di tutti.