Il destino c’ha messo sicuramente lo zampino. Ma lui fa spallucce e dice che “tornare a Torino sarà bello, ma non mi farà alcun effetto”. Tullio Gritti ha provato a mascherare l’emozione che inevitabilmente proverà domenica pomeriggio nel calpestare l’erba del “suo” campo. Perché lo stadio Grande Torino, ex Olimpico non è altro che quel Comunale nel quale l’attaccante milanese disputò la sua unica, ma intensissima, stagione con la maglia del Torino. Intensa a tal punto che, non uno, bensì 19 anni dopo, il suo nome fu scelto tra i 100 giocatori più importanti della storia granata per sfilare il 3 dicembre 2006 durante i festeggiamenti per il Centenario granata.

“Fu molto bello e il giorno dopo ringraziai il presidente Cairo per l’opportunità” ha detto Gritti a 'La Gazzetta dello Sport'.

Polster-Gritti gemelli granata

Perché pensare che l’attuale vice di Giampiero Gasperini, che sarà chiamato a sostituire il titolare squalificato anche nella partita contro il Torino, dopo averlo fatto contro la Sampdoria (avversaria di tanti derby da storico collaboratore di Gasp), sia un tifoso del Toro è forse troppo, ma di sicuro i sostenitori granata non hanno dimenticato quei 10 mesi. Correva la stagione 1987-’88, per molti l’ultima del Toro “vero”. Dopo la retrocessione in B della stagione seguente, infatti, con la parziale eccezione dei primi anni ’90, nulla fu più come prima, tra presidenti di dubbia moralità e tante discese al piano inferiore.

Quel Toro, il primo senza Renato Zaccarelli, poteva contare su giovani come Lentini e Fuser, su bandiere come Ferri, Benedetti e Rossi e su una coppia d’attacco tutta nuova composta da Anton Polster e appunto Tullio Gritti, coppia da 26 gol totali in due a fine stagione. In panchina, Gigi Radice, all’ultima annata intera alla guida del Toro.

E la stagione fu esaltante, nonostante l’amaro epilogo dello spareggio per la qualificazione Uefa perso contro la Juventus ai rigori.

Quel sogno infranto chiamato Coppa Italia

Esaltante l’inizio, con l’avvio-boom di Polster, autore di 6 reti nelle prime 6 giornate (sulle 9 totali…), ma anche l’avventura in Coppa Italia, che si fermò tra le lacrime dopo la finale di ritorno.

E tra i protagonisti di quella cavalcata, che si sarebbe potuta concludere con il primo trofeo post-1976 (dopo altre 3 finali perse di Coppa Italia) e che invece fini male a causa di un gol del sampdoriano Fausto Salsano al 112’ della finale di ritorno, ci fu proprio Tullio Gritti. Lui, arrivato dal Brescia retrocesso all’ultima giornata per il ko contro l’ultima Juventus di Michel Platini, in campionato si sbloccò solo a fine novembre, ma chiuse la stagione con il buon bottino di 12 gol tra campionato e Coppa Italia, tre dei quali indimenticabili.

Tullio, il bello di notte

A cominciare da quello al Napoli, che contribuì alla clamorosa vittoria del Torino al San Paolo nel ritorno dei quarti di finale di Coppa, proseguendo con quello nella semifinale d’andata contro la Juventus, per un 2-0 che si accoppiò al ko 2-1 del ritorno spalancando le porte della finale, oppure quello nel derby finito 2-2 in campionato.

Negli ultimi due casi nel tabellino marcatori al nome di Gritti seguì quello di Ezio Rossi: in Coppa per fissare il 2-0, in campionato per una sfortunata autorete che negò una vittoria attesa nel derby dal 1984. Ezio Rossi che sarebbe poi stato l’allenatore titolare nel 2003-2004, con Gritti come vice, ultima esperienza prima dell’approdo alla corte di Gasperini al Genoa. Per tutto questo, caro Tullio, non potrai non emozionarti…