Era giugno 2015 quando sul sito “Lo Stadio della Roma” usciva un articolo per raccontare la presentazione del dossier del progetto del nuovo stadio al Comune di Roma Capitale. Il progetto era stato voluto sia del consiglio di amministrazione che del presidente della società A.S. Roma, James Pallotta. Il dossier, inizialmente approvato dalla giunta Marino, doveva poi essere approvato dalla Regione Lazio.
Il piano iniziale comprendeva, oltre allo stadio, diverse costruzioni ed era interamente finanziato da fondi privati. Per favorire l’accesso dei tifosi, era stata anche prevista la costruzione di un ponte sul Tevere ed il prolungamento della metro B, opere che avrebbero alleggerito il traffico.
I problemi
Nonostante i buoni propositi, lo stadio è stato oggetto di numerose critiche. Innanzitutto permaneva il dubbio che, il Comune avrebbe dovuto contribuire alle spese, soprattutto a quelle di urbanizzazione, ma tale ipotesi è stata smentita dagli amministratori della Roma. In secondo luogo, è stata contestata l’opportunità della scelta del il sito di costruzione dello stadio, la zona di Tor di Valle: il progetto infatti, soprattutto inizialmente, prevedeva delle cubature enormemente superiori alle previsioni del vigente Piano Regolatore per l’area. Si temeva che l’esecuzione di tali cubature potesse danneggiare l’area, considerata di rilevante interesse sia naturalistico che culturale.
In più l’area è da sempre considerata a rischio idrologico di esondazione.
Il progetto finale
Venerdì 24 febbraio si è tenuto l’incontro tra il sindaco Raggi e gli assessori di riferimento, i dirigenti della A.S. Roma ed il costruttore Parnasi, per discutere come modificare il progetto, al fine di un piano complessivo delle opere, che portasse benefici sia alla società ed ai suoi tifosi che ai cittadini.
Moltissime delle aziende che hanno preso parte allo sviluppo del complesso sportivo sono italiane o possiedono interessi sostanziali in Italia. Tra queste, come riportato sul sito dello Stadio della Roma, ci sono: Arup, LAND, Studio Libeskind, CO.RE Ingegneria, Italia Green, Parsitalia, IN.CO, ABDR, Systematica, Officinae Verdi, DLA Piper Italy e IDRAN.
In cosa consiste il progetto finale?
Il nuovo stadio è stato ideato per essere sostenibile, a risparmio energetico e per massimizzare gli spazi verdi. Il complesso sportivo potrà ospitare un numero di tifosi variabile tra i 52.000 e i 60.000, i quali, disteranno dal terreno di gioco solo tra gli 8.9 e i 11.9 metri, con un enorme vantaggio rispetto all’attuale Stadio Olimpico. Di questi, circa 14.000 saranno ospitati nella “Curva Sud”, storica collocazione degli ultras romanisti.
Attorno allo stadio, sorgeranno il “Roma Village”, e il “Convivium”, entrambi spazi per intrattenere i tifosi con aree di ristoro. Lo stadio sarà disponibile anche per altri eventi.
Per quanto riguarda i trasporti si stima che almeno il 50% dei tifosi raggiungerà lo stadio con i mezzi pubblici.
Infatti oltre alle due presenti linee ferroviarie da Fiumicino e Magliana, il progetto prevede anche un prolungamento della metro B, previa approvazione della Regione Lazio.
Dal punto di vista economico, saranno spesi oltre 2 miliardi di euro. Il sito dello stadio fa sapere che ad oggi più di 650 persone già lavorano per la sua realizzazione. Per una prima fase, saranno coinvolte 3500 persone. In totale si stimano complessivamente “17 000 000 ore uomo”, pari a più di € 500 000 000 in salari, un'ottima opportunità per i numerosi romani in cerca di lavoro.
Il nuovo progetto resta comunque soggetto a critiche. Alcuni sostengono che il progetto, anche se snellito, resti comunque di eccessivo impatto ambientale.
Altri sostengono che l’aver tolto dal progetto alcuni elementi strutturali fondamentali abbia pregiudicato la valenza dell’opera per quanto attiene all’interesse pubblico, che è stato alla base della preventiva dichiarazione di “pubblica utilità” da parte dell’Amministrazione Comunale, e quindi della sua recente approvazione.