Nonostante l'assenza di Bonucci la Juve si fa subito artefice di un'ottima prestazione contro il Porto nella partita di andata degli ottavi di finale di Champions League. Il ritmo è dettato: i bianconeri attaccano ma i portoghesi fanno muro, tra il 26' e 27' Telles fa due fallacci e lasciando la sua squadra in dieci non fa altro che confermare il tema della partita. I campioni d'Italia provano in tutti i modi a sbloccare la gara nel primo tempo, ma prima Higuain trova pronto Casilias, poi Dybala trova il legno con un sinistro chirurgico che si sarebbe insaccato all'angolino basso.

Il secondo tempo si apre come si era chiuso il primo, goal sfumato a Dybala, anche se trova la porta, la posizione è irregolare. Tra le fila bianconere serpeggia il timore di non riuscirla a sbloccare, arrivano i brividi ad un retropassaggio di Chiellini con il destro che Buffon è costretto a mettere in fallo laterale. Un grandissimo Brahimi riesce, quasi in solitaria, a portare più volte il Porto in avanti, anche Jesus Corona entrato al 61' al posto del giovanissimo Neves riesce a dare freschezza e lucidità ai suoi.

In un momento di difficoltà e di agonia il popolo bianconero acclama i suoi campioni, quelli pagati per per risolvere queste partite, quelli riempiti di fama e di gloria, e sopratutto di pressioni.

Non serve nemmeno a destare o ad accendere la speranza quel cambio del 67' dove uno sfinito Cuadrado lascia il campo a un ragazzino che deve ancora segnare un goal in stagione. Mario Pjaca è subentrato troppe volte dalla panchina senza mai essere decisivo, nessuno avrebbe sospettato che lo sarebbe stato proprio in un ottavo di Champions, ma eccolo segnare al 72', eppure i grandi giocatori si notano in questi casi.

Un giovane campione si fa aspettare ma quando arriva sorprende e fa impazzire il pubblico, ma non ci si dimentichi anche di un vecchio campione come Dani Alves, che nonostante manchi necessariamente di continuità, si fa aspettare per i momenti più decisivi quando si deve chiudere una partita, ma due minuti dopo, come un vecchietto che ne ha viste tante, rassicura la vecchia signora siglando il 2-0.

Una Juve perfetta fatta da campioni imperfetti, o troppo vecchi o troppo giovani, semplicemente (come direbbe lo scrittore D'Avenia) una Juve di campioni fragili.