Al 60° minuto della gara di Champions League tra Juventus e Porto il difensore marocchino della Juventus, Medhi Benatia, è uscito dal campo dolorante, sostituito da Andrea Barzagli. L'allenatore della Juventus Massimiliano Allegri ha preferito non rischiare ulteriormente un giocatore tendenzialmente avvezzo a lunghi infortuni come Benatia, soprattutto in una partita che vedeva la Vecchia Signora in totale controllo, con il Porto rimasto in dieci uomini per l'espulsione di Maxi Pereira e con la qualificazione agli ottavi di Champions League ormai conquistata.

Benatia rinuncia alla nazionale marocchina

Dopo l'infortunio Benatia ha preso una decisione che ha lasciato tutti senza parole: ha rifiutato la chiamata della nazionale marocchina. Proprio lui che porta la fascia da capitano.

La sua scelta è stata motivata da un post sulla pagina Facebook del difensore, e la motivazione è estremamente nobile. Benatia ha spiegato come non ritenesse corretto, da capitano, occupare il posto di un giocatore più adeguato rispetto a lui. In questo momento, infatti, Benatia non è titolare nella Juventus, ha avuto numerosi infortuni e fatica a scalare le gerarchie della difesa più imperforabile d'Italia e d'Europa. Nonostante sia partito dall'inizio sia contro il Milan e l'Udinese che contro il Porto, i lievi affaticamenti muscolari che spesso lo affliggono, e la concorrenza di mostri sacri come Barzagli e Chiellini e di un ottimo giovane come Rugani, non gli rendono di certo la titolarità facile.

Comunicato Juve sul suo infortunio

Il sito della Juventus oggi ha riportato l'esito dei controlli successivi all'infortunio del difensore. Con un comunicato la società spiega come Benatia sia affetto da un trauma distorsivo alla regione adduttoria della coscia destra. Gli esami hanno stabilito che il trauma non sia di grave entità.

Non risultano quindi presenti lesioni, ma ulteriori esami saranno effettuati la prossima settimana, per accertare il corretto recupero del muscolo.

Intanto Benatia si tiene stretta la sua Juve, e rinuncia alla nazionale pur di non perdere l'ennesimo treno.