Ogni qualvolta ci sono da fare le convocazioni per le partite internazionali della nazionale francese ritorna puntuale la polemica Benzema così come puntuale è la sua esclusione dalla lista dei convocati. Da quando è esploso lo scandalo a luci rosse che vedeva coinvolti, tra gli altri, lui e Valbuena, ex giocatore dell’Olympique di Marsiglia, Karim non è stato più convocato nella rappresentativa del suo paese natale e, a causa di ciò, ne sono nati screzi e diverbi a distanza tra lui e Deschamps, Commissario Tecnico della Nazionale francese.

La Difesa

Questa volta a parlare e a prendere le difese del giocatore del Real Madrid è Guy Roux classe 1938 ex allenatore dell’Auxerre e considerato in patria una vera e propria istituzione. Durante la sua guida, che è durata 44 anni consecutivi, l’Auxerre è riuscita a vincere, tra le altre cose, anche un campionato francese, era l’anno 1996.

L’accusa

Senza mezzi termini l’ex CT afferma che la Francia è, fondamentalmente, un paese razzista ed è per questo che non merita di essere campione d’Europa o campione del Mondo. Afferma di essere uno del popolo, di frequentare bar e luoghi dove può ascoltare la parola dell’uomo comune e ribadisce, per questo, il concetto che il francese medio è razzista.

Continua dicendo che Deschamps (tecnico della nazionale) e Le Graet (presidente della Federazione) non sono razzisti ma sono stati “costretti” a lasciare fuori Benzema per “stare più tranquilli”, per evitare critiche e minacce.

Al giocatore, nato a Lione da padre algerino e madre francese figlia di immigrati algerini, è stato spesso rimproverato di non cantare mai la Marsigliese, inno nazionale francese, ma anche qui Roux difende il calciatore affermando che nemmeno lui l’ha mai cantata “non sapevo cantare”.

L’ex allenatore, ora opinionista TV, sostiene che non convocare Benzema sia uno spreco immenso, troppo talento non messo a servizio degli interessi nazionali, magari con lui le cose non cambierebbero ma sempre meglio averlo che non averlo. L’intervista si conclude, poi, con un’affermazione molto interessante e che dovrebbe far riflettere, secondo la quale se togli i musulmani dal calcio francese ti resta un campionato a sette squadre e che comunque un calciatore e un uomo non devono essere giudicati in base alle singole credenze, l’importante, prosegue Roux, è che i calciatori siano patrioti. Questo è, in sintesi, il Roux-pensiero.