A Torino vanno di moda… i secondi portieri. Juventus e Toro giocheranno la prossima stagione con tra i pali Gigi Buffon e Totò Sirigu, amici veri, compagni per anni in Nazionale, ma ora destinati a un incrocio storico visto che, salvo sorprese, il capitano bianconero e azzurro chiuderà una carriera che è leggenda dopo il Mondiale di Russia (sperando che l’Italia lo giochi, ovviamente…).

Milinkovic per forza

Chissà però cosa riserverà il destino, che nel Calcio è sempre molto particolare. Chissà ad esempio che il derby non lo giochino i secondi portieri, per qualche ragione misteriosa.

Ecco se così fosse oggi, in porta non andrebbe nessuno o quasi. Tanto sulla sponda bianconera che su quella granata infatti si è ancora alla ricerca dei numeri 12. Giovane o esperto? Italiano o straniero? I dubbi sono tanti, in particolare sul fronte juventino, dove le candidature latitano. Dall’altra parte invece dopo aver sondato più piste, la soluzione sembra essere stata trovata in casa. Il guardiaspalle di Sirigu sarà Vanja Milinkovic-Savic, proprio il gioiello slavo acquistato a stagione ancora in corso con l’etichetta vagamente ingombrante di “Donnarumma serbo”, fatto arrivare a Torino in anticipo, ma poi testato e bocciato da Mihajlovic, che pure è sempre stato un suo estimatore.

Giovani portieri crescono (altrove)

A rigor di logica, se si crede in un giocatore, si sarebbe dovuto fare il contrario, acquistare un 12 esperto come Sirigu e dare fiducia al giovane, ma in ogni caso non sarà facile per il ragazzo avere la consapevolezza necessaria per scendere in campo quando ce ne sarà bisogno dopo essere stato quasi scaricato dopo pochi allenamenti.

Senza pensare che il Lechia Danzica, suo ex club, non ha esitato a relegarlo in panchina quando è venuto a conoscenza dell’accordo con il Toro, pur essendo i polacchi in lotta per la vittoria del titolo. Per la serie meditate, gente, meditate, così come sul futuro dei gioiellini dei pali del vivaio: Zaccagno dopo una stagione da riserva a Vercelli da Longo e un Mondiale Under 20 da protagonista merita una chance vera, così come vedere Alfred Gomis fare da 12° a Alex Meret alla Spal dopo tanti ottimi tornei in B lascerebbe tanti dubbi.

Perché non puntare subito su di lui e risparmiarsi i soldi di Milinkovic, magari per reinvestirli altrove? Invece no e Savic resterà anche per necessità, non essendo possibile per regolamento una cessione anche in prestito in Italia di un extracomunitario appena acquistato.

Paletta? Sì, ma con l’aiutino…

Intanto il mercato del Toro prosegue (si fa per dire…) in attesa del raduno. Sembra improbabile che il 10 luglio al Filadelfia Mihajlovic possa accogliere volti nuovi a parte Sirigu, visto che la situazione difesa non si sblocca. Il tema è uno solo: per migliorare una squadra bisogna spendere. Bisogna spendere per trovare difensori all’altezza (Kevin Bonifazi non andrà allo Zenit, ma su un eventuale prestito in Italia si deciderà a fine ritiro), come sarebbe l’ultimo nome, quello di Francesco Acerbi, inavvicinabile però fino a quando si tirerà la cinghia pure su Gabriel Paletta, dopo averlo fatto con Giovanni Simeone, pagando dazio.

Cairo vorrebbe acquistare l’italo-argentino del Milan come Sirigu, ovvero previa rescissione con il club precedente, ma i rossoneri non sono il Psg e non possono permettersi minusvalenze o di regalare cartellini, quindi la situazione è in salita. Paletta può interessare proprio al Sassuolo, che neppure in quel caso tuttavia libererebbe Ferrari (monitorato anche dalla Juventus), mentre Acerbi sarebbe in ogni modo interessato a una soluzione di più alto profilo anche sul piano economico, leggi ingaggio.

Zapata scaccia il Gallo?

Tutto bloccato anche sul fronte Admir Mehmedi, il jolly offensivo del Bayer Leverkusen, uno che ha 50 partite nella nazionale svizzera e decine nelle Eurocoppe, per il quale si cerca di trattare sulle modalità del riscatto.

Altro che Europa, così, pure in caso di cessione di Belotti: il probabile arrivo di Duvan Zapata dal Napoli fa scendere nuvoloni sul futuro del Gallo, la cui clausola rescissoria come previsto resterà carta straccia e la cui convivenza tattica con il colombiano sarebbe tutta da verificare. Ma vietato farsi illusioni: se i 50 milioni da Maksimovic e Bruno Peres restano in cassa, sarà lo stesso anche per gli eventuali 70 del numero 9.