Durante il match di Serie A di domenica scorsa tra Lazio e Sassuolo, Claud Adjapong è stato vittima di ripetuti ululati razzisti indirizzati da parte dei tifosi presenti all'Olimpico. Ne ha parlato ieri il giovane terzino neroverde durante la conferenza stampa della Nazionale Under 21, impegnata nei prossimi giorni nelle amichevoli con Ungheria e Marocco.

Sassuolo, Adjapong: 'Ho sentito i buu, ma penso solo a giocare'

A "La Gazzetta dello Sport" ha dichiarato di aver udito i "buu", ma di non avergli dato importanza, poiché quando è in campo si sente sempre tranquillo e concentrato sulla partita.

Il giovane giocatore ritiene strano che al giorno d'oggi ci siano ancora persone che discriminino altre persone per il colore della loro pelle e per il genere sessuale. Lo stesso Adjapong ha spiegato di essere stato vittima in passato di esperienze simili.

Adjapong: 'Un onore vestire la maglia azzurra'

Il giocatore di origini ghanesi ha poi parlato del suo rapporto con la Nazionale Italiana: "Non è da tutti vestire la maglia azzurra. Quando la indosso devo onorarla sempre". Ha poi raccontato di aver avuto diverse richieste dalla Nazionale Ghanese ma, essendo nato e cresciuto in Italia, si sente in dovere e felice di indossare la maglia azzurra.

Chi è Claud Adjapong

Claud Adjapong è nato nel 1998 a Modena da genitori originari del Ghana.

Dopo la trafila nelle giovanili del Sassuolo, nel 2016 viene aggregato alla prima squadra da mister Eusebio Di Francesco, colpito dalla sua duttilità tattica (oltre al ruolo di terzino, può anche fare l'esterno di centrocampo) e dalla sua prestanza fisica. Ad agosto 2017 viene convocato per la prima volta nella Nazionale Under 21 guidata da Gigi Di Biagio, con la quale esordirà poco dopo nella sconfitta per 3-0 contro i pari età della Spagna.

Razzismo nel calcio: l'ennesima espressione di odio

L'episodio avvenuto domenica scorsa è solo l'ultima di una lunga serie di manifestazioni di razzismo all'interno degli stadi italiani. Uno degli esempi più significativi fu quello accaduto nel gennaio 2013 a Busto Arsizio, quando Kevin Prince Boateng, impegnato in amichevole con il suo Milan, esasperato dai continui insulti a sfondo razziale, scagliò il pallone contro le tribune e se ne andò dal campo. Da quel giorno le cose non sono cambiate poi molto, sebbene questi fatti vengano sempre più spesso stigmatizzati dai media e dalle istituzioni.