Dopo 24 ore di riflessione si è aperto oggi il vertice in FIGC in cui le varie componenti discuteranno del futuro non solo della Nazionale, reduce da una clamorosa ed umiliante esclusione dal prossimo Mondiale di calcio che si terrà in Russia, ma anche dei vertici stessi della Federazione. Questi ultimi sono proprio al centro delle polemiche e delle richieste sempre più pressanti dell'opinione pubblica e degli adetti ai lavori, che spingono non solo per le dimissioni del presidente Tavecchio ma per un'autentica tabula rasa di tutto l'organigramma dirigenziale.
Ma se l'ormai ex ct Ventura dopo la melina sulla sua permanenza sulla panchina dell'Italia, tra dimissioni prima annunciate poi ritirate e presunte richieste di buonuscite ragguardevoli, è stato ufficialmente esonerato, il capo della FIGC pare sia intenzionato a rimanere nonostante la Caporetto della Nazionale, fuori dal massimo torneo mondiale per la prima volta in sessant'anni, e la moral suasion del CONI di Malagò.
Le parole di Tommasi (AIC)
Questa intenzione è confermata dal massimo dirigente dell'aic, Damiano Tommasi, il cui feeling con Tavecchio non è mai scattato veramente: uscendo anzitempo dal vertice Federale l'ex calciatore della Roma ha dichiarato che il presidente della FIGC ha comunicato la volontà di non dimettersi, ed è probabile - aggiunge - che si svolga successivamente un consiglio federale per decidere il da farsi.
Tommasi però ha ribadito il fatto che per il sindacato calciatori non si possa prescindere dal rinnovo delle cariche tramite elezioni. "Non basta rinnovare il ct, altrimenti si continuerà a rimestare la stessa minestra indigesta a parecchi" ha aggiunto il capo dell'AIC, che ha abbandonato il vertice assieme alla rappresentanza della sua componente federale prima che si potesse discutere del prossimo tecnico della Nazionale: sino a che non si agisce a monte e si azzera l'organigramma federale, spiega, è inutile poter discutere di altro.
L'endorsement di Gravina (Lega Pro): 'Evitiamo vuoti di potere'
Quindi si va verso una probabile riconferma di Tavecchio, che può contare sul sostengo delle altre componenti come quello pesante della Lega Pro di Gabriele Gravina che proprio oggi ha messo in guardia dai rischi di una dimissione che porti ad un vuoto di potere, da evitare secondo il dirigente in una situazione, come è quella attuale, "in cui due leghe professionistiche (la Serie A e la B, ndr) non hanno una governance", ha sostenuto al programma radiofonico Tutti Convocati su Radio 24.
Le parole di Gravina non lasciano adito a fraintendimenti: "Negli ultimi tempi Tavecchio ha dimostrato un equilibrio importante. In questo momento io credo che sia necessario un atto di responsabilità da parte del presidente federale - ammette il capo della Lega Pro - però credo che sia altrettanto responsabile da parte di tutte le componenti cominciare a ragionare per valorizzare al meglio quelle che sono le reali risorse del calcio italiano".