I retroscena di mercato che nel passato hanno legato Cristiano Ronaldo ad alcuni club italiani sono ormai noti: la Juventus nel lontano 2003 fu ad un passo dal chiudere per il 5 volte pallone d’oro, anche Parma e Lazio furono contattate dall'entourage del giocatore ma la richiesta fu ritenuta troppo alta e il giovane Ronaldo fu snobbato da entrambe le società. Ma che il portoghese fosse stato valutato dall'Inter, ai tempi era di proprietà di Massimo Moratti, è un’indiscrezione nuova.

Ad un passo dalla Serie A

Il diciottenne Cristiano Ronaldo, ai tempi dello Sporting Lisbona era un talento cercato in tutta Europa, ed il suo procuratore Jorge Mendes voleva portarlo a tutti i costi in Serie A, che ai tempi era indiscutibilmente la competizione calcistica nazionale più importante nel panorama mondiale, e per riuscire nel suo intento contattò la Gea, ufficio di procuratori di Roma, cercando di piazzare la sua giovane stella in uno dei club italiani.

Parma e Lazio furono contattate dai procuratori, ma non furono interessate al diciottenne portoghese, mentre la Juventus era fortemente interessata e stava quasi per mandare a segno un colpo che poteva rivelarsi storico. Ma con una trattativa lampo il Manchester United di Sir Alex Ferguson mise sul tavolo del club portoghese un assegno da 12,2 milioni di sterline che li convinse a mandare Ronaldo in Premier League.

Il rimpianto dell’Inter

Luis Suarez ha rivelato negli studi di Premium Sport di essere andato a visionare il Cristiano Ronaldo per conto dell’Inter quando ancora non era entrato stabilmente in prima squadra e di averne proposto l’acquisto alla dirigenza nerazzurra. Ma le proposte dell’ex centrocampista ed osservatore dell’Inter non sono state ascoltate dall’allora presidente Massimo Moratti, che continuava a prendere tempo, aspettando l'evolversi della situazione.

Non insistere con la dirigenza interista e andare incontro alla richiesta di ingaggio di Jorge Mendes, dice Luis Suarez, è uno dei più grandi rimpianti.

Quello che è uno dei calciatori più forti in attività, nonostante il suo recente periodo sottotono, ha ritirato l'ennesimo pallone d’oro della sua carriera, continuando a scrivere la sua storia e nel contempo anche quella del calcio.

Veder esordire Cristiano Ronaldo in un club italiano in quel lontano 2003 poteva cambiare radicalmente le sorti del calcio europeo, mantenendo la Serie A come prima, indiscussa vetrina del calcio mondiale.