Sull'asse Torino-Milano è stata scritta la storia del calcio italiano. Juventus ed Inter si apprestano a scrivere un nuovo capitolo della loro sfida infinita che, a distanza di diversi anni, torna ad essere uno scontro diretto per i vertici della classifica. Per la formazione di Luciano Spalletti, capolista del campionato di Serie A, il match in casa dei campioni d'Italia rappresenta davvero la prova del nove. Considerate però le distanze esigue tra le prime della classe in un campionato che si annuncia invero combattuto, certamente nessuna delle due contendenti uscirebbe ridimensionata nelle proprie ambizioni in caso di sconfitta.

Una nuova pagina di storia, dicevamo, eppure la storia più di un trentennio fa poteva essere ben diversa se sulla sponda nerazzurra fosse andato in porto un affare poi sfumato ed al quale, sul momento, non si diede peso eccessivo. Stiamo parlando di Michel Platini, probabilmente il più grande fuoriclasse che abbia mai vestito la maglia bianconera.

Un colpo in anticipo

La storia dell'Inter è densa di colpi di mercato eccezionali, basti citare i nomi di Suarez, Rummenigge, Matthaeus, Bergkamp, Ronaldo, Vieri ed Eto'o. Sono solo alcuni dei fuoriclasse che hanno vestito i colori nerazzurri, ma la società milanese è stata protagonista anche di altre operazioni clamorose, poi venute meno in dirittura d'arrivo: nel 1966, ad esempio, si era assicurata le prestazioni di Eusebio e Franz Beckenbauer, quest'ultimo all'epoca era ancora una giovane promessa.

Purtroppo la 'pantera nera' ed il 'kaiser' non sarebbero arrivati in Italia per colpa della Corea. La sconfitta dell'Italia ad opera della Corea del Nord ai Mondiali inglesi del '66 spingerà la Federcalcio ad attribuire il pessimo rendimento dela Nazionale alla presenza dei calciatori stranieri nel massimo campionato ed a decidere per la chiusura delle frontiere.

Undici anni dopo, siamo nel 1977, si parla già da qualche stagione della possibilità di concedere alle squadre di serie A la possibilità di tesserare almeno un giocatore proveniente da un campionato estero. L'Inter del presidente Ivanoe Fraizzoli cerca di muoversi con largo anticipo ed affida al neo-direttore sportivo Sandro Mazzola, appena passato dal calcio giocato alla scrivania, la missione di 'bloccare' il nuovo talento del calcio francese.

Nel 1977 Michel Platini ha 22 anni e milita nel Nancy, Mazzola lo contatta e lo fa arrivare a Milano in gran segreto nel febbraio del 1978. Il futuro 'Le Roy' firma un pre-contratto della durata complessiva di tre anni, l'Inter gli riconosce un ingaggio di 250 milioni di lire a stagione. Tuttavia il Nancy con il quale Platini ha un contratto fino all'estate del 1979, consapevole di non poterlo trattenere, gli propone l'aumento dell'ingaggio. "Fu uno stratagemma nel tentativo di alzare il parametro del giocatore in vista di una cessione - ricordò qualche anno addietro Sandro Mazzola - ma noi giocammo d'anticipo anche in quel caso, suggerendo a Michel di rifiutare. Sarebbe stata l'Inter a pagare i soldi in più della proposta contrattuale, in attesa che in Italia riapressero le frontiere".

Un escamotage per il quale furono utilizzati i soldi incassati da una serie di amichevoli internazionali che finivano poi in un conto parigino a nome del giocatore.

La mancata apertura delle frontiere

Su ciò che accadde dopo sono state scritte numerose leggende metropolitane, indirizzate più che altro a voler mettere in luce una presunta incompentenza della dirigenza interista. Certamente, con il senno del poi, ci fu un errore di valutazione, ma le considerazioni del presidente Fraizzoli all'epoca erano perfettamente giustificate. La prima fu relativa al quel 'giro panoramico' messo in piedi per pagare un giocatore che, di fatto, non era ancora a tutti gli effetti dell'Inter ed a determinare questa presa di coscienza fu la decisione della Federcalcio che posticipò di una stagione la riapertura delle frontiere, inizialmente prevista per il campionato 1979/80.

L'Inter si sarebbe ritrovata, pertanto, con parte di un ingaggio in più nel conto spese per pagare un giocatore che militava in un'altra squadra. Platini lasciò comunque il Nancy nell'estate del 1979, ma vista l'impossibilità di giocare in Italia si trasferì al Saint Etienne. Alla riapertura delle frontiere Michel Platini era dunque sotto contratto con un'altra società e l'Inter, impossibilitata a far valere i diritti di un pre-contratto non esattamente in regola perché sottoscritto in un periodo in cui non si potevano tesserare calciatori dall'estero, acquistò Herber Prohaska.

La rinuncia di Fraizzoli

Nel 1982, quando il giocatore era in scadenza con il Saint Etienne, ci fu il blitz della Juventus.

Platini però oltre quattro anni prima si era impegnato con l'Inter e contattò la dirigenza nerazzurra, come avrebbe confermato lui stesso in un'intervista di qualche anno fa. Fraizzoli nel frattempo, consapevole di avere sempre in mano il francese, aveva ricevuto più di un parere negativo circa le sue condizioni fisiche ed in effetti nelle ultime stagioni Platini aveva subito un paio di infortuni piuttosto seri tra cui la triplice frattura del malleolo nel 1979. L'Inter dunque nel 1982 decise di dirottare le sue attenzioni sul talento tedesco Hansi Muller (il cui rendimento in nerazzurro, ironia della sorte, sarà condizionato da problemi fisici). Quando Platini contattò Milano per informare che stava per firmare con la Juventus, ma era ancora disponibile ad onorare l'impegno sottoscritto nel febbraio del 1978, gli venne detto che l'Inter aveva già acquistato due calciatori stranieri (l'altro era l'attaccante brasiliano Juary, ndr).

Pertanto, fine della storia: quella della Juventus sarebbe stata letteralmente riscritta dal fuoriclasse francese che avrebbe trascinato i bianconeri a vincere in Italia ed in Europa. Forse le cose sarebbero andate in maniera diversa se le frontiere del calcio italiano si fossero riaperte come previsto nel 1979, ma è chiaro che tre anni dopo ci fu una considerazione errata sull'affare, anche se all'epoca nessuno poteva prevederlo. Tra i tanti aspetti di questa vicenda, uno certamente divertente è stato rispolverato da Sandro Mazzola, alla luce di quell'escamotage che la dirigenza dell'Inter tirò fuori dal cilindro per compensare i soldi in più promessi dal Nancy nel 1978. "Quando incontro Platini ancora mi prende in giro: 'Ricordati che mi devi dei soldi, Sandro', mi ha detto spesso ridendo".