Parlare di crisi sembra forse scontato ma dietro agli ultimi risultati dei nerazzurri forse c'è qualcos'altro che non lascia dormire sonni tranquilli ai tifosi della Beneamata. Chi pensava che la vittoria in casa, contro il Bologna, avesse potuto scacciare i malumori si sbagliava: l'Inter non c'è, non c'è nelle gambe e soprattutto non c'è con la testa.

Che sta succedendo ?

Se dall'altra parte del Naviglio i cugini rossoneri stanno andando a mille, scacciando ormai definitivamente quel periodo di risultati negativi che aveva coinvolto la squadra ai tempi di Montella, lo stesso non si può dire per l'Inter.

La compagine nerazzurra sembra essersi persa completamente. I risultati d'altronde parlano chiaro: solo una vittoria nelle ultime nove giornate di campionato. Di chi è la colpa? Chi si deve realmente assumere le responsabilità? Con quale coraggio si può ancora pretendere che i tifosi accorrano numerosi allo stadio?

Senza ombra di dubbio, il dito bisognerebbe puntarlo contro i giocatori. Sono questi ultimi che scendono in campo, sono sempre loro che dovrebbero sudare per l'amore della maglia e dei colori che portano sul petto. Poi, senz'altro si può anche collocare sul banco degli imputati la dirigenza: grave il fatto che non sia presente una figura presidenziale ben solida e compatta, visto che mister Zhang da Nanchino non si muove.

E' anche colpa di Spalletti?

Si sa, quando una squadra non ottiene i risultati o non sforna prestazioni all'altezza è facile individuare nel'allenatore uno dei colpevoli principali. Visto come stanno andando le cose si può davvero definire colpevole Luciano Spalletti?

Il tecnico di Certaldo era stato identificato come profilo ideale per riportare l'Inter in alto dopo le non felici parentesi di Pioli e De Boer.

Sembra quasi doveroso citare una proprietà dell'addizione: "cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia". E al momento questa teoria si può riscontrare nella situazione dei nerazzurri. Nelle ultime cinque stagioni si sono susseguiti ben cinque allenatori diversi, eppure i risultati non sono mai arrivati e la squadra ha sempre finito miseramente il campionato nelle zone di mezzo della classifica.

Quest'anno sembrava diverso: l'Inter si trovava al comando della classifica fino ai primi di dicembre e non c'era nulla che potesse far pensare ad un tracollo simile nei mesi seguenti. Certo, bisogna ammettere che le prestazioni non erano sempre delle più idilliache ma nonostante ciò i tre punti arrivavano con molta frequenza.

Dopo la sconfitta interna contro l'Udinese qualcosa si è rotto. Nelle successive gare la squadra appare spenta, svogliata, trasandata e soprattutto incapace di soffrire e di proporre gioco. L'Inter ha difficoltà, Spalletti le ha provate tutte e le sta continuando a proporre tutte per invertire la rotta, ma come se non bastasse continua a piovere sul bagnato visti gli infortunati rimediati da Perisic e soprattutto di Icardi: il bomber argentino manca dall'elenco dei convocati già da tre partite a causa di un guaio al ginocchio, il croato, che ha saltato soltanto la trasferta di Genova, conta di essere in gruppo per la sfida di sabato sera contro il Benevento.

Sta di fatto che Spalletti avrà il compito di provare a risollevare i suoi. Dovrà cercare di lavorare sulla testa di un gruppo che appare "rassegnato" o "abituato" alla sconfitta già prima di scendere in campo.

Lotta Champions

L'obiettivo dei nerazzurri è stato dichiarato a inizio stagione: la qualificazione alla prossima Champions League. Se fino a qualche giornata fa l'obiettivo pareva alla portata di mano, adesso non si può dire lo stesso. E' vero che Roma e Lazio non stanno correndo troppo, ma l'Inter deve guardarsi le spalle dalla stessa Lazio, che staserà giocherà all'Olimpico contro un Verona in cerca di punti salvezza. I biancocelesti non vincono da un mese e avranno tutta la voglia di effettuare il sorpasso ai danni dei nerazzurri , portandosi così al quarto posto.

Ricordiamo che la Roma ha già superato l'Inter vincendo alla Dacia Arena contro l'Udinese sabato scorso.

Ma oltre alla Lazio c'è da tenere d'occhio la Sampdoria di Giampaolo e soprattutto i cugini rossoneri, i quali dopo aver messo Gattuso alla guida della panchina sembrano ormai aver trovato la quadratura giusta. Al momento i punti di distacco tra le due compagini milanesi sono 7 e tra due settimane ci sarà il derby che potrà davvero confermare quali saranno le ambizioni di entrambe le squadre.

Solo il tempo saprà dirci come andrà a finire, ma al momento in casa Inter si vede solo nero.