Con buona pace di molti giornalisti di carta stampata e televisione, l’andamento economico del Club Rossonero non è poi così deludente. Anzi, così come si legge nel comunicato ufficiale della società, diramato dopo il CdA tenutosi ieri, i conti dell’ACMilan sarebbero in “netto miglioramento rispetto al primo semestre dell’esercizio precedente e rispetto agli obiettivi di budget”. Ma di questo si è detto poco, si è evidenziato invece il rifinanziamento del debito e le criticità, assolutamente fisiologiche in qualsivoglia operazione finanziaria, che Marco Fassone sta affrontando per trovare la quadra.
Le altre società italiane che hanno rifinanziato il debito
Fa riflettere che tanto faccia preoccupare alcuni giornalisti e opinionisti il rifinanziamento del debito del Milan, con ipotesi catastrofiche di fallimenti vari, mentre passi come normale amministrazione (a mio parere giustamente) il rifinanziamento del debito dell’Inter, che ammonterebbe a 208 milioni, per mezzo del lancio di un Bond.
E’ passato come normale amministrazione, giustamente, il rifinanziamento del debito della Roma con Goldman Sachs, portandolo a 230 milioni. Per tutta la primissima parte del campionato, noi tifosi milanisti ci siamo sentiti raccontare come fosse sconsiderata l’operazione messa in atto dalla società con il famigerato Fondo Elliott per poi scoprire che altre società di livello internazionale hanno fatto lo stesso, una su tutte il Manchester United.
Poi, complici le disastrose prestazioni della squadra, l’attenzione si era giustamente spostata sui risultati sportivi, ma anche in questo caso c’era una nota stonata. Le critiche sembravano andare oltre la prestazione, si parlava di campagna acquisti sbagliata, giocatori sopravvalutati e soprattutto di dirigenti “incapaci”.
Oggi, dopo una piccola serie di risultati positivi che ha però messo in evidenza le doti calcistiche dei nuovi acquisti, i giocatori e la dirigenza sembrano rivalutati e allora ecco che si torna a parlare di debiti, rifinanziamenti e ipotesi fallimenti, o addirittura inchieste giornalistiche sulle finanze del presidente Li Yonghong.
Non pensiamo certo ad un complotto, ma crediamo che qualcuno provi un insano gusto nel tentare di destabilizzare l’ambiente Milan, ad oggi però, parrebbe con scarsi risultati.
Ecco i numeri comunicati dal CdA del Milan
Si è passati da un passivo di 39.4 milioni del 31 dicembre 2016, ai 22,3 milioni al 31 dicembre 2017. Questo è stato reso possibile sia da un aumento dei ricavi, grazie alla prosecuzione del cammino in Europa League e la conseguente vendita dei diritti televisivi della competizione, che dal contenimento dei costi complessivi e da un aumento dei proventi relativi alla gestione dei calciatori.
In poche parole, un miglioramento dovuto ad una buona gestione, che contrariamente a quanto troppo spesso è stato scritto o detto, evidenzia un’alto livello di professionalità della nuova dirigenza rossonera, in primis nelle figure chiave dell’AD Marco Fassone e del DS Massimiliano Mirabelli.
Aumenta invece l’indebitamento finanziario netto, come prevedibile vista la faraonica campagna acquisti della scorsa estate che ha portato in rossonero giocatori di assoluto valore. Il CdA ha quindi conferito un mandato a Bank of America Merrill Lynch (BAML) per l’organizzazione di un’operazione di rifinanziamento del prestito.
In merito, l’AD Fassone dovrà decidere entro 15 giorni e, al momento, la pista più accreditata è quella di un nuovo prestito di 300 milioni con il coinvolgimento di un nuovo finanziatore che rileverebbe parte delle azioni della società, procedendo poi al rimborso del Fondo Elliott. Non ci resta che aspettare, di certo senza temere catastrofi imminenti.