Nuova spallata alla credibilità del presidente del Milan. Il fallimento della società salvadanaio di Yonghong Li è l'ultima crepa di una lunga serie. Sin dal primo momento la solidità economica della presidenza cinese era stata messa in dubbio, ora dopo questa ultima notizia pare chiaro che il finanziere cinese non rappresenti in alcun modo una prospettiva rosea per il club rossonero.

Il fallimento

Come detto, il tribunale del popolo di Shenzhen ha dichiarato ufficialmente fallita la società Jie Ande, a cui fa capo Li, sulla quale prendeva una richiesta di liquidazione per bancarotta da parte della Banca di Canton.

Una sentenza che ha totalmente annientato la gestione di Yonghong Li, ritenuto responsabile del fallimento e, dunque, del dissesto della società stessa.

Solamente un mese fa, il nuovo presidente rossonero ci teneva a rassicurare tutti circa la sua solidità patrimoniale ed economica: "La situazione relativa al mio patrimonio è assolutamente sana". Queste erano le parole di mister Li a febbraio.

La Jie Ande era considerata la società con più liquidità e in assoluto la più importante tra le risorse del signor Li. Purtroppo già un anno fa, quando il finanziere cinese acquistò il Milan, la sua società era insolvente, fortuna volle per lui, che nessuna banca o consulente lo verificò. Meno di 12 mesi fa, infatti, Li acquistava per 740 milioni di euro l'A.C.Milan da Fininvest.

La solidità patrimoniale di Li

Per ora non ci sono effetti diretti sul club dati dal commissariamento. Ovviamente viene intaccata, eccome, la solidità patrimoniale e soprattutto la credibilità dell'attuale presidente rossonero. Per quanto riguarda gli effetti indiretti, questo dipende dagli spazi di manovra del commissario e dalle norme vigenti in Cina.

In sostanza bisogna verificare quanto possa essere intaccato il patrimonio di Yonghong Li per ripianare i debiti coi creditori. Per il Milan resta fondamentale fare business in Cina per dare continuità e chiudere il bilancio al 30 giugno. Senza un elevato fatturato la "macchina Milan" rischia di fermarsi. Il fondo Eliott sarebbe pronto a immettere nella società 30/40 mln come soluzioni "tampone" per cercare di garantire un futuro nelle coppe europee ai rossoneri.

Il tutto per evitare le sanzioni dall'Uefa che andrebbero a incidere negativamente sul valore della società. Intanto Li sembra mantenere gli impegni presi come dimostrano i bonifici mostrati dallo stesso Milan.