Ieri è andata in scena la semifinale più inaspettata visto che le ultra favorite Barcellona e Manchester City sono state eliminate da squadre sulla carta nettamente inferiori come Roma e Liverpool, anche se l'inglese è stata un po', con l'allenatore Klopp, la bestia nera della squadra di Guardiola. La rimonta epica della squadra capitolina sui blaugrana ha riempito per giorni le pagine dei giornali e ha riattivato l'orgoglio calcistico nazionale mandato in coma dall'uscita incredibile della nazionale dai Mondiali in Russia. Un pre-partita con crampi da tensione per Florenzi (forse il giovane presagiva già qualcosa ) e come si dice con il parterre istituzionale da trasferta con Totti in testa e tremila tifosi al seguito.

Una semifinale mancava da tanto tempo e la sfida con il Liverpool, che sconfisse i capitolini in finale nel 1984, la ha accesa dei colori della rivalsa sportiva. Prima del fischio d'inizio un altro dei temi più gettonati legati alla sfida era Salah contro la sua ex squadra.

Il primo tempo

Più che una sola partita sono state tre in una. La prima vede già dal fischio d'inizio come da copione, il Liverpool in pressione. La Roma però non finisce per essere bollita subito nella pentola e risponde con difesa a tre e squadra compatta. In ricordo degli antichi Romani forma una testuggine per far rimbalzare le ripartenze del Liverpool e per sostenerne l'impatto, quello dei primi minuti dove di solito la squadra di Klopp si è spesso scatenata orientando le gare in suo favore.

Il Liverpool prova a scoccare le sue frecce sulle fasce, o a fiondare palloni al centro, ma la Roma si copre bene e con Dzeko non ha solo un centravanti, ma anche un perno per tutto il gioco. Roma pericolosissima al diciannovesimo con il palo colto dalla distanza, ventotto metri, da un missile quasi da fermo di Kolarov. In questi primi venti minuti la Roma non è per niente intimidita e non soffre di ansia di prestazione ne di paura da palcoscenico e così nulla fa presagire cosa succederà di lì a poco.

In questo primo spezzone risalta Fazio che si stacca dalla difesa per innescare dei contropiedi e allo stesso tempo controlla gli avversari. Nota dolente giallorossa Juan Jesus, che perde qualche pallone di troppo e si fa trovare impreparato all'affondo del Liverpool firmato Salah a cui rimedia con un fallo che sancisce il primo cartellino giallo della partita.

Il tutto al minuto ventisei. Questo è lo spartiacque che segna l'inizio della seconda partita nella partita quella che vedrà la squadra di Di Francesco sbandare sempre più in modo graduale, ma inesorabile. In pochi minuti il Liverpool si divora due gol con Manè che nel primo tentativo, lanciato a rete a campo aperto spedisce sopra la traversa, e neo secondo dentro l'area svirgola non da giocatore da Coppa dei Campioni ma più da "coppa del nonno". Le due occasioni danno la stura al vero Liverpool che con Salah tira in porta e Allison si dimostra un ottimo portiere. Manè segna al trentatreesimo, ma è in fuorigioco ma L'inerzia della gara è ormai tutta a favore della squadra di casa che ha ritrovato se stessa e il suo gioco veloce e tagliente.

Al trentaseiesimo va in scena un grande classico, ossia il gol dell'ex. Il trend Salah trova conferma e l'egiziano la porta con un tiro a giro perfetto in tutto. La Roma va sotto e sprofonda sempre più. La sua solidità iniziale è stata smantellata dai dieci minuti bollenti degli avversari. La roma nella pentola a pressione è sempre più bollita e al trentanovesimo ringrazia ancora l'impreciso e pasticcione Manè che viene anticipato dai difensori all'ultimo. Il Monologo del Liverpool a cui la roma fa da spettatore vede al quarantaduesimo un tiro di Firmino deviato in angolo. Quando Di Francesco guarda l'orologio sperando che il primo tempo finisca il prima possibile Firmino serve Salah che con un tocco sotto preciso raddoppia e concede il bis del gol dell'ex.

In conclusione di frazione di gioco si può dire che per la Roma il conto, all'Anfield, è stato Salahtissimo.

Il secondo tempo

La scelta di Under, praticamente come se fosse rimasto negli spogliatoi, viene abbandonata e il giocatore turco lascia spazio a Shick giocatore da cui tutti si aspettavano di più e che per ora è il fratello gemello scarso di quello della Sampdoria. Di Francesco spera che l'aria della Coppa risvegli gli istinti sopiti del giocatore e la Roma deve provare a riaprirla o quanto meno a non spargere altro Salah sulle sue ferite, ma è il Liverpool più in gamba e più rapido e solo l'imprecisione e un dubbio fuorigioco impediscono l'aggravarsi della situazione. Il sottile filo si spezza al cinquantacinquesimo quando Manè lo sciupone mette dentro su assist del solito Salah.

Tre minuti dopo Shick prova ma difetta di convinzione e mira. Il Liverpool scatenato tira così tanto in porta che anche i replay faticano a stargli dietro. Per la Roma l'Anfield è un girone infernale. Il tabellino dei marcatori si arrichisce al sessantesimo con il tap in vincente di Firmino. Dall'impresa con il Barca all'imbarcata quando manca mezz'ora al termine. Totti in tribuna soffre e nelle inquadrature offre con le sue smorfie altro materiale sicuro per social e meme. Di Francesco passa alla difesa a quattro ma l'idea è quella di un recinto chiuso in ritardo quando tutti i cavalli sono già scappati e sono imprendibili. Perotti entra per Juan Jesus colpevole per le sue letargiche manovre difensive sugli ultimi due gol.

Non è quindi colpa dell'ex interista il quinto gol che arriva con incornata precisa di Firmino. Lui è Firmino, la Roma ferma, paralizzata, congelata nell'azoto liquido. Siamo già in zona pallottoliere. La trinità dirigenziale romana è bloccata come statue di sale o salah visto chi ha messo il piede dorato in praticamente tutte le azioni della serata o siglando i gol o ispirandoli. Un liverpool da playstation e una Roma che al contrario pare abbia un controller con i bottoni difettosi. Al settantaquatresimo Klopp sostituisce Salah, l'eroe della serata. Sei minuti dopo Dzeko segna un gol che vedremo quanto potrà pesare nella gara di ritorno anche alla luce del 4 a 1 subito a Barcellona e poi ribaltato al in casa.

Non sarà facile ripetersi. Il giocatore più importante timbra dunque il cartellino dei marcatori e la Roma dà un segno di vita e ha un qualcosa a cui aggrapparsi. Un qualcosa che si rafforza con il rigore procurato da Naingolan e realizzato da Perotti. Una partita piena di colpi di scena e ribaltamenti e adesso nel finale la Roma, terza partita nella partita, preme per diminuire ancora di più il passivo anche se adesso, una replica perfetta dell'impresa con il Barcellona basterebbe a qualificarsi per la finale. La speranza è davvero l'ultima a morire in una stagione che ha mostrato più volte partite cambiate nel giro di pochi minuti o risolte in quelli finali ribaltando risultati che sembravano inattaccabili.