C'è qualcosa che, seppur in maniera marginale, accomuna Valencia e Juventus che stasera (calcio d'inizio alle ore 21) saranno avversarie nel primo incontro della fase a gironi di Champions League. Se i bianconeri, come noto, sono titolari del poco invidiabile primato di aver perso sette finali su nove complessive disputate, la formazione iberica ha attraversato un momento di gloria a cavallo tra la fine degli anni '90 ed i primissimi anni 2000 che, purtroppo, non è culminato con il successo nella massima kermesse continentale per squadre di club.

Nel 2000 e nel 2001 il Valencia giunse all'ultimo atto del torneo, perdendo in entrambe le circostanze. Due finali consecutive caratterizzate da una sconfitta, pertanto in questo i valenciani sono pari alla Juventus che nel corso dei suoi tanti cicli europei ebbe questa sorte pochi anni prima delle stagioni citate: nel 1997 e 1998.

Il 'biennio dell'Hombre Vertical'

Scorrendo l'indice del libro del calcio, l'occhio del nostalgico lettore cadrebbe incuriosito su quel titoletto nella sezione dei club più sfortunati della storia :“Il biennio valenciano dell'Hombre Vertical". Visto che non è trascorso così tanto tempo, l'appassionato di calcio un pò più maturo ci metterà poco a comprendere che si sta parlando di Hector Cuper, l'autore delle (quasi) trionfali cavalcate del Valencia in Champions League durante il biennio 1999-2001.

Proprio quegli anni maledetti marchiarono a fuoco la pelle dell'allenatore argentino e dei componenti di quella sorprendente squadra, provocando una ferita non ancora rimarginata nei tifosi valenciani. Farinos, Mendieta, Kily Gonzales, Canizares, Carboni. Sono solo alcuni nomi di quel 4-4-2 ordinato ed efficace che raggiunse due finali consecutive in Champions League, entrambe tristemente perse.

La prima sorprendente finale

La cavalcata (quasi) vincente durante l’'edizione 1999/2000, vide gli uomini di Cuper raggiungere la finale di Parigi contro il Real Madrid dopo aver battuto meritatamente squadre ben più quotate come la Lazio di Salas e il Barcellona di Rivaldo. Allo Stade de France, però, non ci fu storia. L'assenza di capitan Carboni (squalificato) e l'emozione giocarono un brutto scherzo al Valencia che apparve contratto, senza coraggio e senza idee.

Il risultato finale recitò 3-0 in favore dei Real Madrid, grazie alle reti di Morientes, McManaman e Raul.

Nel 2001 la delusione arriva dagli 11 metri

L'anno successivo i Murcielagos concessero il bis giungendo in finale dopo aver sconfitto squadre come l’Arsenal di Henry e il Leeds del tandem australiano Kewell-Viduka. La finale dell'edizione 2000/2001 vide affrontarsi due squadre reduci da cocenti delusioni, con la sorte che sembrò voler offrire ad entrambe un’opportunità di rivincita. Il Valencia affrontò quel Bayern Monaco che due anni prima aveva visto sfumare la vittoria del torneo in pochi giri d’orologio, in pieno recupero, ad opera del Manchester United. Tempi regolamentari e supplementari si sarebbero chiusi sull'1-1 scandito dai gol di Mendieta e di Effenberg.

L'errore dal dischetto di Pellegrino consegnò il trofeo nelle mani del Bayern Monaco e spedì nuovamente la squadra di Cuper all'inferno. Il pianto di Canizares, abbracciato dal collega bavarese Kahn, fu il simbolo della disperazione di quella magnifica squadra vittima della malasorte.

Il Valencia di oggi, squadra solida e concreta

Quel Valencia non c’è più.Tanti giocatori e tanti allenatori son passati dalle parti del Mestalla. Marcelino, l'allenatore dei giorni nostri, predilige come Cuper il 4-4-2 e dispone di una squadra composta da buoni giocatori che fanno del collettivo la loro arma migliore. Il tecnico ama la concretezza, il suo Valencia non gioca un calcio spettacolare, ma sa essere solido ed essenziale.

Uno scherzo del destino ha fatto incontrare alla prima partita la Juventus, il club più 'ossessionato' dalla Champions che non vince dal 1995 e che, da quel momento, ha visto i bianconeri finalisti in altre cinque occasioni e sempre perdenti. Oltretutto sono due le finali perse dalla Juve nelle ultime tre stagioni

Nessun precedente tra le due formazioni

Non si registrano precedenti tra il Valencia e la formazione bianconera. Inutire dire che la Juventus avrà dalla sua un uomo che sa come far male alle squadre spagnole e, sopratutto, sa gonfiare la rete in Champions: Cristiano Ronaldo. L’asso portoghese è il recordman di gol nella massima competizione europea con 120 marcature e contro il Valencia nella Liga ha segnato 15 reti in 17 partite. Inutile dire che al Mestalla sarà l'osservato speciale.