Che la situazione dal punto di vista societario fosse piuttosto ingarbugliata lo si era intuito. La nuova proprietà del Trapani Calcio, rappresentata dall'amministratore delegato Maurizio De Simone, aveva lasciato intravedere vistose crepe nel corso dell'ultima conferenza stampa in cui lamentava una situazione tutt'altro che florida relativa alle casse del club. Gli attuali dirigenti avrebbero ereditato dai Morace un 'pacchetto' non esattamente in salute dal punto di vista finanziario. Non mettiamo in dubbio il quadro dipinto da De Simone, piuttosto c'è da chiedersi come mai la trattativa per rilevare il club sia stata chiusa in tempi record senza avere un effettivo grafico della situazione economica.

Nuova proprietà, dubbi legittimi

Le ombre sulle intenzioni dell'attuale proprietà e su cosa esattamente siano venuti a fare in quel di Trapani sono legittime, così come sono legittime le perplessità circa il finanziere Giorgio Heller che, dopo aver tentato di acquistare il Trapani dai Morace alla fine dello scorso anno, si è tirato indietro salvo poi presentarsi in pompa magna in città nelle scorse settimane nel ruolo di 'salvatore della patria'. Nemmeno qui abbiamo motivi di dubitare della buona fede o, meglio, non abbiamo nulla per smentirlo. L'azione di Heller a pochi giorni dalla semifinale dei play off contro il Catania è stata quanto meno intempestiva, ma la squadra non ha comunque risentito di questioni extracalcistiche superando il turno e conquistando la meritata finale contro il Piacenza.

A pochi giorni dal match d'andata in programma in trasferta il prossimo 8 giugno, avvio di un doppio turno che può restituire al club siciliano l'agnognata Serie B, scoppia la bomba. A sganciarla sono i giocatori, gli unici che hanno il diritto di farlo. Con un comunicato hanno reso noto di non percepire lo stipendio da due mesi, ma nonostante questa situazione non faranno mancare il loro impegno sul campo, così come hanno fatto dall'inizio del campionato fino ad oggi.

Il Trapani può tornare in cadetteria, ma le ombre sul futuro della società alla luce di questa situazione ci sono tutte, così come le preoccupazioni di una tifoseria che da un lato attende di esplodere di gioia e dall'altro teme seriamente per un domani in cui non c'è davvero certezza.

'Promesse disattese da due mesi'

La nota scritta e diffusa dai calciatori del Trapani non lascia assolutamente dubbi su quella che, allo stato attuale, è la situazione del club.

Motivo per cui hanno deciso di rivolgersi all'Associazione Calciatori per far valere i propri diritti. "Le promesse relative al pagamento delle retribuzioni negli ultimi due mesi sono state disattese più volte", si legge nel comunicato dove viene evidenziato che l'attuale amministratore ha illuso i giocatori "con molteplici rassicurazioni che, alla prova dei fatti, hanno trovato solo tristi smentite".

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

C'è però la classica goccia che ha rovesciato il vaso in un vero oceano. La proprietà aveva infatti indicato il 31 maggio come termine per il pagamento delle spettanze di marzo ed aprile. "Solo un piccolo gruppo dei componenti della rosa ha ricevuto lo stipendio di marzo e quello di aprile è rimasto totalmente impagato".

Da qui la decisione, tramite il sindacato, di mettere in mora la società al pagamento delle retribuzioni dovute, come previsto dalle vigenti normative in materia. Nella nota si parla di "atto necessario e finalizzato alla salvaguardia dei nostri diritti costituzionalmente garantiti, ma, soprattutto, per mettere alla prova, definitivamente, l’affidabilità o meno della Società". In ultimo, i giocatori granata rimarcano che il loro impegno nel raggiungimento di una promozione tutt'altro che pronosticata all'inizio del campionato, non verrà meno così come la squadra ha già dimostrato nella doppia sfida contro il Catania.