Sensazioni contrastanti in casa Inter in questi ultimi giorni del mercato estivo e in quest'inizio della stagione agonistica 2019/2020. Da un lato c'è indubbiamente il grande entusiasmo della piazza per l'acquisto di Alexis Sanchez, prelevato in prestito secco dal Manchester United (senza dimenticare l'arrivo di Biraghi dalla Fiorentina in cambio di Dalbert che andrà ulteriormente a completare l'organico); dall'altro serpeggia un pizzico di tensione per quanto concerne la sempre più complicata risoluzione della questione Icardi.

Ancora e per l'ennesima volta, durante l'ultimo faccia a faccia avuto con il presidente Zhang e l'amministratore delegato Beppe Marotta, l'attaccante argentino ha confermato di non volersi muovere da Milano, rispedendo ulteriormente al mittente l'offerta del Napoli e l'eventuale interesse della Juventus.

Il club milanese dal canto suo gli ha ribadito che ormai lo ritiene fuori dai suoi progetti per l'immediato e per il futuro, lasciandogli intendere che una permanenza in nerazzurro non aprirebbe alcuno spiraglio ad un pieno reintegro in squadra e soprattutto nei piani di Antonio Conte. A questo punto, la speranza della società lombarda è che entro lunedì 2 settembre (ultimo giorno del Calciomercato) possa compiersi una sorta di "miracolo" che porti il centravanti 26enne ad accettare un'altra destinazione.

Tuttavia sembra proprio che ciò non accadrà e, al contempo, starebbe avanzando lo spettro di una battaglia legale tra l'Inter e Icardi. Il Corriere della Sera ha alimentato quest'indiscrezione, riportando che nelle ultime settimane la moglie-manager del bomber sudamericano, Wanda Nara, sarebbe stata contattata da diversi avvocati che le avrebbero proposto una serie di vie d'uscita per intentare un'azione legale nei confronti della società del Gruppo Suning per far valere i propri diritti.

Al momento le ipotesi al vaglio sarebbero due: una richiesta ufficiale di completo reintegro (per adesso il calciatore si sta allenando con i propri compagni di squadra ma non viene coinvolto nelle sedute tattiche), oppure addirittura una risoluzione anticipata del contratto in scadenza nel 2021.

Ovviamente i vertici del club meneghino sanno bene che c'è il rischio che la vicenda finisca in tribunale, e a loro volta avrebbero contattato i propri legali per tutelarsi da eventuali rimostranze dell'ex capitano, e in tal senso il maggior "pericolo" sarebbe dato dall'articolo 15 del regolamento Fifa secondo cui se un giocatore non scende in campo per il 10% delle gare ufficiali disputate dalla propria squadra di appartenenza, può richiedere e ottenere lo scioglimento del vincolo contrattuale.

Strategia Inter: far giocare a Icardi scampoli di partite per tutelarsi dall'articolo 15

L'Inter, in generale, ritiene di aver rispettato finora tutti gli oneri previsti dal rapporto di lavoro instaurato con Mauro Icardi nel momento in cui l'ha messo sotto contratto. Su tutti, il presidente Zhang e i suoi collaboratori sarebbero piuttosto "tranquilli" per quanto concerne l'articolo 7 del contratto collettivo dei calciatori, poiché ha convocato l'attaccante argentino per il ritiro e gli ha consentito di allenarsi regolarmente con il resto della squadra: dunque non vi sarebbe stata alcuna discriminazione nei confronti dell'atleta.

In merito all'esclusione dalle sessioni tattiche di allenamento, difficilmente in una causa giudiziaria i legali di Icardi potrebbero fare appello a questa situazione, perché rientrerebbe appieno nel lavoro del tecnico la decisione di lasciar fuori uno o più giocatori da specifiche partite, e sotto quest'aspetto numerosi esperti di diritto sportivo e calcistico avrebbero già rassicurato la società milanese.

Decisamente più complesso, invece, sarebbe il contenzioso legale qualora Mauro Icardi dovesse chiedere la rescissione del contratto in anticipo rispetto alla scadenza naturale del 2021. In questo caso, l'Inter vorrebbe subito far presente l'incoerenza tra le numerose manifestazioni di affetto e attaccamento alla squadra da parte del bomber, e poi la scelta di adire le vie legali per andar via al più presto a parametro zero.

Dunque si potrebbe avanzare il sospetto che possa essere stato un piano organizzato a tavolino con l'ausilio di un altro club (la Juventus?) per forzare la mano e andarsene da svincolato.

L'entourage di Icardi però potrebbe far leva sul tanto "temuto" articolo 15 del regolamento Fifa su status e trasferimenti dei calciatori. Stando alla norma, un giocatore "affermato" (e in questa categoria rientra indubbiamente il centravanti sudamericano) ha il diritto di disputare almeno il 10% del totale delle gare ufficiali della propria squadra, altrimenti può chiedere di sciogliere il vincolo contrattuale. In concreto, se l'Inter in questa stagione dovesse essere impegnata in 50 match, il suo attuale numero 7 dovrebbe prendere parte (non necessariamente da titolare) a 5 di questi.

In caso contrario potrebbe partire una richiesta di risoluzione contrattuale entro 15 giorni dall'ultimo confronto.

E proprio per evitare d'incappare in questa malaugurata ipotesi (naturalmente per la società, non per il giocatore) l'Inter starebbe già pensando di contattare Antonio Conte per dirgli di convocare Mauro Icardi per alcune partite stagionali (di Serie A o Coppia Italia, mentre quasi certamente non verrà inserito nella lista per la Champions League) e di mandarlo in campo per qualche minuto magari nelle battute finali di sfide il cui risultato sarà ormai acquisito.

Insomma, in mancanza di un qualsiasi e inatteso risvolto di mercato, Inter e Icardi starebbero già "affilando le armi" per prepararsi a quella che, qualora si verificasse, potrebbe essere una dura battaglia nelle aule di tribunale.