Chi ben comincia è a metà dell'opera: l'Inter ha asfaltato il Lecce all'esordio in Serie A mostrando gli effetti positivi della cura di Antonio Conte, già entrato di diritto nel cuore dei tifosi malgrado il suo passato da juventino (come giocatore prima e allenatore poi) inizialmente non lo aiutasse.

A parte Vecino, che è apparso ancora imballato a causa dei precedenti carichi di lavoro alquanto pesanti, il resto della truppa nerazzurra ha ben impressionato: prestazione lontana anni luce rispetto a quella di un anno fa contro il Sassuolo e la sensazione che l'aria che si respira ad Appiano Gentile sia completamente diversa e allergica alle polemiche.

Il che non fa che avvantaggiare i giocatori, più liberi dal punto di vista psicologico in campo: è questo il caso di Marcelo Brozovic, dominante sotto diversi aspetti a centrocampo nell'ultimo match disputato a San Siro in cui ha imposto il suo maggiore tasso tecnico agli avversari, incapaci di limitare un'esuberanza qualitativa con pochi eguali in Italia e nel resto d'Europa.

Brozovic, una crescita esponenziale

Il tallone d'Achille di Brozovic era uno in particolare: la continuità. Troppe volte il croato è stato al bersaglio di critiche per un atteggiamento svogliato e poco consono ai canoni di serietà che un atleta professionista deve sempre rispettare per rimanere ai massimi livelli in un lungo arco di tempo.

Probabilmente, a giocare un ruolo decisivo in questo cambiamento repentino, è stata la stabilità derivante dall'aver messo su famiglia: la nascita della figlia Aurora pare aver fatto scattare qualcosa nella testa di Brozovic, diventato improvvisamente più responsabile sia nella vita privata che sul terreno di gioco, dove a trarne beneficio è stata la stessa Inter che può contare su un regista (Spalletti lo lanciò in questa posizione dopo risultati non eccelsi come trequartista) di assoluto livello.

Brozovic al top anche in Europa

I primi segnali di un Brozovic rigenerato si ebbero un anno fa ai Mondiali di Russia: la Croazia raggiunse la finale per poi essere battuta dai campioni del mondo della Francia, con la stella classe '92 che fu tra le più brillanti. Il suo apporto permise a una squadra con ambizioni non elevatissime di sfiorare uno storico successo a venti anni esatti di distanza dal terzo posto ottenuto a Francia '98.

Le conferme di tale crescita sono arrivate per Brozovic in seguito anche in Champions League, nonostante l'Inter non sia riuscita ad andare oltre la fase ai gironi. Senza dubbio, il croato rappresenta un punto di forza eccellente del 'Biscione' che non si priverà di lui per nulla al mondo, a meno che qualche club estero non onori la clausola rescissoria da 60 milioni presente nel suo contratto in scadenza nel 2022: ma questa è un'ipotesi attualmente parecchio lontana dal concretizzarsi.