Un grande amore tramutatosi in ostilità quando decise tutto ad un tratto di andar via, l'indimenticabile delusione dello scudetto perso il 5 maggio 2002 e la speranza che si possa tornare a vincere già da quest'anno. Questo, in sintesi, il Ronaldo-pensiero espresso durante un lungo intervento al Festival dello Sport di Trento, evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport.

Il Fenomeno, approdato all'Inter nel 1997, ha indossato la maglia della squadra milanese fino al 2002, vincendo una Coppa Uefa nel 1997-1998, e gettando alle ortiche un tricolore che ormai sembrava ad un passo prima di quel drammatico (sportivamente parlando) 5 maggio che, segnato dalla sconfitta in casa della Lazio per 2-4, consegnò il titolo agli storici rivali della Juventus.

L'ex attaccante brasiliano durante l'intervista rilasciata alla manifestazione sportiva in collegamento video, è partito proprio dal suo indissolubile legame di affetto con il club nerazzurro, affermando senza mezzi termini che non avrebbe mai voluto lasciare l'Inter, poiché: "Mi sentivo a casa mia".

Poi però le cose andarono diversamente, con Ronaldo che ha ammesso che a quei tempi si recò dall'allora presidente Massimo Moratti per chiedere l'esonero del tecnico Hector Cuper. Si trattò comunque di una decisione difficile, giacché il fuoriclasse non avrebbe mai pensato che potesse spingersi fino a tanto nella sua carriera, essendo quello un comportamento che non rispecchiava affatto i suoi valori.

Ma ormai i rapporti con l'allenatore argentino erano ai minimi termini: "Il suo comportamento non mi piaceva".

Il due volte Pallone d'Oro ha aggiunto che era convinto che il patron nerazzurro avrebbe accontentato la sua richiesta, licenziando Cuper, ma in realtà la reazione del massimo dirigente interista fu completamente opposta.

E così, seguendo il suo orgoglio, Ronaldo decise di lasciare la Milano nerazzurra e in un battibaleno l'amore dei tifosi si trasformò in ostilità, e per questo motivo fu addirittura scortato dalla polizia per preservare la sua incolumità. Ma oggi l'ex campione verdeoro non ha alcun rancore nei confronti di Massimo Moratti, che continua a considerare come un padre.

Ronaldo e il 5 maggio: 'Una delle più grandi delusioni della mia vita'

I momenti più bui dell'esperienza interista di Ronaldo sono stati indubbiamente lo scudetto gettato via il 5 maggio 2002 e gli infortuni che ne hanno condizionato pesantemente il rendimento nelle sue cinque stagioni in nerazzurro. Innanzitutto il Fenomeno ha rivelato che spesso pensa a quanto accaduto in quella sfortunata sfida contro la Lazio. Secondo lui il più grande errore di tutta la squadra fu quello di approcciarsi alla partita con la convinzione di averla già vinta, e col senno di poi ritiene che Cuper abbia sbagliato anche la formazione da opporre ai biancocelesti. La colpa della debacle però fu anche dei giocatori che si resero protagonisti di numerosi e imperdonabili errori individuali.

Ecco perché ancora oggi quell'episodio per il campione del mondo 1994 e 2002 rappresenta: "Una delle più grandi delusioni della mia vita".

Soffermandosi sul primo, grave infortunio al ginocchio subito durante la finale d'andata di Coppa Italia contro la Lazio il 12 aprile 2000, l'ex fuoriclasse sudamericano ha detto che fin da subito comprese che si trattava di una rottura, perché si accorse che: "La rotula tendeva a salire su". Indubbiamente in quella circostanza per l'ex centravanti si aprì "un momento di buio assoluto", dal quale è riuscito ad uscire soltanto grazie al suo grande amore per il calcio. Probabilmente il suo grave problema fisico si è verificato anche a causa di metodi di allenamento ormai superati, mentre lui avrebbe avuto bisogno di un tipo di preparazione differente.

'Quell'Inter era fortissima, Vieri mi piaceva tanto'

L'organico dell'Inter ai tempi di Ronaldo poté contare anche su un "certo" Christian Vieri. Si trattava di una coppia di attaccanti di livello assoluto che alimentò i sogni di gloria dei tifosi. Al Festival dello Sport il 43enne ex calciatore ha dichiarato che in realtà tutta l'Inter di quel periodo era una squadra molto forte perché poteva contare su diversi campioni.

Entrando nel merito del suo rapporto con Vieri, il Fenomeno ha rivelato che apprezzava moltissimo il compagno di reparto che in campo era molto altruista perché giocava sempre per tutta la squadra. Il rammarico è quello di aver potuto giocare poco assieme, a causa del lungo infortunio capitato al brasiliano.

L'acquisto dell'ex Lazio da parte dell'Inter nel 1999 accese nei supporter della Beneamata la speranza di poter raggiungere grandi risultati, una sensazione e un clima che l'ex Real Madrid sta rivedendo nell'ambiente interista in questa stagione. A tal proposito, dimostrando che il suo legame con il mondo Inter non si è mai spezzato, Ronaldo ha augurato alla squadra di Conte di poter vincere qualcosa d'importante.

Alla manifestazione di Trento c'era anche lui, Vieri, il quale ha replicato alle parole di stima dell'ex compagno di squadra. Bobo ha svelato che decise di trasferirsi nella società meneghina proprio perché bramava dalla voglia di giocare con Ronaldo. Tra di loro è nato un bel rapporto di amicizia, circostanza che non si verifica sempre quando nello spogliatoio di una squadra di calcio devono convivere "due primedonne come noi". Con una buona dose d'ironia, Vieri ha aggiunto che le cose andarono bene anche perché "io mi sono messo sotto", riconoscendo dunque al Fenomeno il ruolo di leader assoluto.