Nell'occhio del ciclone il tecnico dell'Inter Antonio Conte, dopo la brutta sconfitta casalinga rimediata a opera del Bologna di Sinisa Mihajlovic, e un "mea culpa" generale probabilmente senza precedenti. Dure, durissime parole quelle del tecnico salentino Antonio Conte al termine della brutta prestazione fornita dall'Inter nell'ultima gara disputata tra le mura amiche. In primis contro se stesso, lui, solitamente così poco avvezzo ad attribuirsi tutte le colpe per una partita persa e una difficile situazione da cui venir fuori; e parole forti anche nei confronti dei suoi: "Vorrei che i miei giocatori provassero almeno l'1% della rabbia che sto provando io in questo momento".

Tutta la sua amarezza quindi, e la delusione della società, dei giocatori, dei tifosi stessi, a rispecchiare il delicato momento della stagione (coma mai prima) che tutto l'ambiente nerazzurro deve ora affrontare.

I motivi della sconfitta: addio scudetto?

E le ragioni sono molteplici, quasi a tal punto da non sapere da dove iniziare. Forse perché la sconfitta a opera di un ottimo Bologna capitanato da Mihajlovic porta l'Inter a -11 dalla Juventus lanciata, e questo suona come un addio troppo precoce ai sogni scudetto; forse perché questo era il momento di avvicinare il secondo posto a scapito della Lazio, stesa all'Olimpico da un ottimo Milan; o forse addirittura perché, con l'Atalanta (probabilmente la squadra più in forma del nostro campionato) a -1, lo spettro del quarto posto adesso è proprio lì dietro l'angolo.

Ma l'aspetto realmente più preoccupante è il modo in cui è arrivata una sconfitta davvero inattesa, come in un incontro di pugilato dove il pugile più bravo domina in lungo e in largo, senza mai sferrare il colpo decisivo, per poi crollare mentalmente e fisicamente nel finale sotto i colpi del tenace avversario.

Un avversario che si chiamava Bologna, certo, e non Brescia, ma che l'Inter ha fronteggiato per buona parte della gara in undici contro dieci, facendo gioco e creando occasioni, e solo per questo il modo in cui si è arrivati all'epilogo finale è senza dubbio un boccone amaro per tutto l'ambiente e lo staff, da Marotta e i dirigenti a salire fino alla presidenza stessa.

L'allenatore come psicologo e motivatore

Ecco che arriva ora per Antonio Conte la parte più difficile del suo lavoro da allenatore dell'Inter, in questo delicato e turbolento finale di stagione, dove la squadra nerazzura non solo è chiamata a un pronto riscatto ma non può permettersi tantomeno di incorrere in altri passi falsi.

Psicologo e motivatore, quindi, il tecnico leccese dovrà riuscire prima di tutto ad analizzare i motivi che hanno portato alla brutta sconfitta della sua squadra, quindi risollevare il morale dei suoi stessi giocatori (alla fine sono sempre loro che vanno in campo) e provare a inculcare la giusta mentalità, quella vincente che tutti i tifosi nerazzurri vorrebbero vedere da tempo, e che in realtà poche volte si è mostrata quest'anno, a fronte di un tipo di calcio sempre molto dispendioso. Il verdetto finale? Chi vivrà vedrà, recitava una famosa canzone, ma conoscendo la voglia e la grinta dell'esuberante tecnico salentino, c'è da scommettere che le sorprese non mancheranno.