Acclamato a gennaio come l'uomo che avrebbe potuto dare una marcia in più al gioco dell'Inter, in questi mesi (pre e post-lockdown) Christian Eriksen più che una certezza è diventato una sorta di equivoco tattico. Antonio Conte lo sta utilizzando poco, anche perché sembra che il giocatore fatichi un pochino ad adattarsi al calcio italiano e soprattutto alle idee tattiche dell'allenatore nerazzurro. Sulla vicenda è intervenuto il giornalista Maurizio Pistocchi. Raggiunto da Tmw Radio, Pistocchi ha detto che a suo parere le responsabilità delle difficoltà dell'ex Tottenham sono da attribuire ai dirigenti interisti.

Ai microfoni del programma Maracanà, l'ex opinionista di Mediaset ha esordito dicendo che l'amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta, conosce bene il credo tattico di Antonio Conte, ricordando che ha firmato un contratto triennale con il club milanese, dunque verosimilmente per un progetto a lungo termine. Il tecnico leccese anche in nerazzurro non ha cambiato di una virgola il suo modo di allenare e di preparare le partite.

Dunque, seguendo il ragionamento di Pistocchi, ''le responsabilità sono dei dirigenti se Eriksen non si è adattato". A suo modo di vedere, il problema non è relativo soltanto alla collocazione in campo del 28enne danese, ma anche all'idea di calcio di Antonio Conte.

Questi, infatti, predilige avere delle squadre piuttosto muscolari, forti sotto il profilo atletico e in grado di correre molto durante ogni partita. I dettami del tecnico salentino hanno apportato dei miglioramenti all'Inter, anche se il giornalista di Cesena ha un altro dubbio.

Infatti a Tmw Radio si è chiesto se questa mentalità sia davvero in grado di riportare l'Inter a vincere in Italia e a livello internazionale, obiettivo dichiarato dei proprietari cinesi del Gruppo Suning.

Inoltre, si è detto poco convinto del modulo usato da Conte (3-5-2 o 3-4-1-2 per sfruttare al meglio le potenzialità di Eriksen) visto che nelle ultime stagioni hanno trionfato squadre che hanno adottato la difesa a quattro con il tridente d'attacco o con tre trequartisti alle spalle di un'unica punta.

Eriksen: 'Quando entri dalla panchina devi provare a lasciare un segno'

Christian Eriksen anche negli ottavi di finale di Europa League contro il Getafe non è stato schierato tra i titolari da Antonio Conte. Il trequartista danese è entrato in campo a gara in corso ed è riuscito a segnare la rete del 2-0 che ha messo in cassaforte il passaggio dei nerazzurri al turno successivo. A poche ore dal match, l'ex Tottenham ha rilasciato alcune dichiarazioni a Inter Tv, durante le quali ha lanciato un chiaro messaggio: "Tutti vogliono giocare".

Il numero 24 dell'Inter ha aggiunto che, quando si gioca partendo dalla panchina, per un calciatore è molto importante riuscire a "lasciare un segno". Contro il Getafe ce l'ha fatta e si è detto "bravo e fortunato" nell'aver sfruttato al meglio l'occasione che gli è capitata per mettere al sicuro il risultato e l'approdo ai quarti di finale dove la compagine milanese sarà opposta ai tedeschi del Bayer Leverkusen.

Eriksen ha poi sottolineato le differenze che ha notato tra il calcio italiano e quello inglese. Ha detto che in Serie A si alternano durante le gare delle fasi in cui bisogna muoversi velocemente ad altre che invece prevedono un gioco più lento. In Premier League invece "il calcio è più dinamico".