L'avvocato Edoardo Chiacchio, uno dei maggior esperti di giurisprudenza legata allo sport, è stato ospite, su Canale 21, della trasmissione Campania Sport. Il legale ha rilasciato una dichiarazione che avuto un notevole clamore fra i media sportivi italiani. Ha infatti parlato di una delle tristi vicende del calcio italiano insieme a Calciopoli, ovvero la questione passaporti falsi. Come dichiarato da Chiacchio, nel 2001 sia Inter che Chievo furono oggetto di indagine in merito alla situazione associata rispettivamente alla punta uruguaiana Alvaro Recoba e all'esterno Luciano (allora noto come Eriberto).

Proprio la società guidata in quegli anni da Moratti, secondo l'avvocato, sarebbe dovuta retrocedere per aver schierato la punta uruguaiana Alvaro Recoba in possesso di passaporto falso. L'avvocato ha infatti dichiarato: "L'allora presidente del Napoli Corrado Ferlaino mi chiese di attivarmi perché l'Inter poteva essere sanzionata di ben 23 punti (uno per ciascuna partita disputata da Recoba ndr), retrocedendo di conseguenza al posto della squadra partenopea arrivata quartultima in quella stagione".

Per l'avvocato Chiacchio Calciopoli è stata solo la punta dell'iceberg

Chiacchio ha poi aggiunto che fu proprio l'allora presidente della Figc Franco Carraro a essere decisivo per la mancata retrocessione dell'Inter per la questione passaporti falsi: "Carraro non se la sentì di rinviare a giudizio l'Inter; era lui che sarebbe dovuto intervenire considerando che la Serie A era terminata".

L'avvocato ha poi rincarato la dose: "L'Inter si salvò perché nessuno ebbe il coraggio di appellarsi alla giustizia". Alla fine il Napoli andò in Serie B, ma con la retrocessione dell'Inter sarebbe rimasta nel massimo campionato italiano. "Calciopoli è stata solo la punta dell'iceberg", ha concluso Chiacchio.

La diatriba Moggi e Carraro

In questi giorni, fra l'altro, Calciopoli è tornata di nuovo alla ribalta. Il motivo è l'esposizione dei 38 scudetti della Juventus all'Allianz Stadium nonostante siano 36 ufficiali, due tolti proprio dalla sentenza Calciopoli. A tal riguardo era intervenuto dapprima l'ex presidente della Figc criticando l'atteggiamento del presidente Agnelli nell'esporre i 38 scudetti.

In difesa dei bianconeri invece si è schierato l'ex direttore sportivo della Juventus Luciano Moggi, che ha dichiarato che fu Carraro a volere la retrocessione dei bianconeri. Secondo l'ex dirigente infatti, Calciopoli fu un piano strategico per affossare una grande società come la Juventus. Per Moggi, Carraro si servì del magistrato Luca Palamara e del maggiore dei Carabinieri Attilio Auricchio per togliere due scudetti alla Juventus e farla retrocedere.