Una mostra per ricordare Gaetano Scirea, 31 anni dopo la sua tragica morte in un incidente stradale in Polonia. Inaugurata oggi 2 ottobre al Centro Incontro di Caselle Torinese, sarà aperta al pubblico fino al 18. Tante le sfaccettature dello storico libero della Juventus e della nazionale italiana campione del mondo 1982, proposte nei 50 scatti di Salvatore Giglio. L'evento è stato organizzato dalla sinergia tra il locale Lions Club, il Comune di Caselle e il Caselle Calcio, una mostra d'autore se consideriamo che Giglio è tra i migliori fotografi di calcio del mondo, tanto da essere inserito per l'appunto nella lista della Uefa’s World’s Best Soccer Photographers, ovvero nell'elenco dei 14 migliori fotografi al mondo in ambito calcistico.
All'inaugurazione sono intervenuti anche ex compagni di Scirea, alla Juve e in maglia azzurra, come Roberto Bettega che lo ha ricordato con sincera commozione evidenziandone, oltre all'indubbia classe sul campo, anche lo spessore della persona. "Mi ha insegnato tanto, nonostante fosse più giovane di me".
Il leader silenzioso
Gaetano Scirea è stato un leader autentico, dentro e fuori dal campo, ma sempre con stile ed educazione. Uomo mite, ma autorevole, rispettato da compagni e avversari, un autentico simbolo del calcio italiano a cavallo tra gli anni '70 e '80. Quando giunse in bianconero nel 1974, Bettega era già uno dei punti di forza della squadra torinese. Il futuro "cabeza blanca" era di tre anni più grande rispetto al nuovo compagno di squadra, ma per sua stessa ammissione Scirea è uno di quei calciatori da cui ha imparato tanto dal punto di vista morale e umano.
"Siamo stati compagni di stanza per sei anni, era più giovane di me, ma è stato lui a insegnarmi cosa significa essere un campione, non il contrario", ha dichiarato ai microfoni di Darwin Pastorin. Nell'intervista rilasciata a Luca Cavallero di Tuttojuve, invece, Bettega ha rimarcato "i valori dell'uomo, perché l'uomo e il calciatore non sono due cose diverse.
Gaetano era quello che conosciamo tutti e la sua immagine calcistica non era diversa da quella che era come ragazzo". Estremamente dolce il ricordo tracciato da Domenico Marocchino. "Da vercellese ho attraversato le strade delle risaie e ho visto gli aironi. Lui era come un airone, leggero con la sua classe e la sua bontà. Poesia in campo e il suo essere campione dipendeva dalla sua straordinaria umanità".
Mariella Scirea: 'I valori di Gaetano possono ancora essere utili ai giovani'
Non poteva mancare Mariella, la moglie di Gaetano Scirea, intervistata da Radio Bianconera. "I giovani hanno sentito parlare di Gaetano dai propri nonni e oggi hanno voglia di conoscere la storia della Juventus. Credo che i suoi valori possano essere ancora utili ai giovani che stanno maturando. Lo sport come umiltà - ha evidenziato - rispetto dell'avversario e non violenza. Questo è ciò che Gaetano ci ha lasciato".