La trattativa per la cessione dell'Inter tra Suning e il fondo d'investimento Bc Partners sembra proseguire sottotraccia. Il nodo da scegliere è sempre quello che riguarda la distanza tra domanda e offerta. Nel caso Bc decidesse però di chiamarsi fuori dalla trattativa, pare fortemente interessato il fondo arabo Mubadala, detentore, fino al 2010, di una quota di Ferrari. In tutto questo, non si può ancora escludere che la famiglia Zhang valuti alternative per rimanere al timone dell'Inter.

I fondi interessanti alla cessione Inter

Detto che Bc Partners resta, ad ora, il principale interlocutore di Suning per l'acquisizione delle quote di maggioranza della Benemata, è bene ribadire che l'eventuale impossibilità di colmare il gap che sussiste, fin dal principio delle trattative, tra le richieste della proprietà cinese e l'offerta del fondo inglese potrebbe portare lo stesso Bc a rinunciare all'idea di diventare proprietaria dell'Inter.

Ed è qui che potrebbero entrare in gioco altri fondi d'investimento, i cui nomi erano già stati fatti, ma che ancora non sono entrati in vere e proprie discussioni ufficiali con l'attuale proprietà nerazzurra.

La prima alternativa a Bc Partners pare identificarsi con il fondo arabo Mubadala, che in Italia è già stato detentore di una quota di Ferrari, quando la casa automobilistica era ancora guidata da Luca Cordero di Montezemolo. L'unico dubbio sul fondo di Abu Dhabi, eventualmente, potrebbe sorgere dalla lunghezza dei tempi di svolgimento per le pratiche burocratiche, dato che Suning ha un immediato bisogno di liquidità. Tra gli altri fondi, tramite avvocati newyorkesi, sta studiando il dossier Ares.

Sullo sfondo si stagliano anche gli scandinavi di Eqt, provenienti dall'ambito della tecnologia e delle telecomunicazioni. i possibili investitori non mancano, rimangono tuttavia da valutare le reali intenzioni della famiglia Zhang.

Le ipotesi per evitare la cessione Inter: un prestito in attesa di tempi migliori?

Già negli scorsi giorni è infatti uscita la notizia di possibili tentativi degli Zhang per rimanere al comando del Biscione.

Questo sarebbe soprattutto desiderio del giovane Steven, molto legato, anche da un punto di vista emotivo, all'Inter. La proprietà cinese in effetti non è mai intervenuta ufficialmente sul fatto che l'Inter sia in vendita. Unica eccezione quella del 2 gennaio, quando, tramite un comunicato ufficiale, il presidente nerazzurro ha smentito le voci che riguardavano la possibile cessione delle quote societarie.

La verità è che le ipotesi possibili per vendere quelle quote stanno venendo vagliate attentamente. D'altro canto, allo stesso tempo Zhang sta cercando vie alternative per non uscire dalla società.

In settimana vi abbiamo raccontato dell'opportunità di cercare un prestito-ponte. La cifra di cui la proprietà nerazzurra va in cerca si aggira intorno ai 200 milioni di euro, necessari per onorare tutti gli impegni finanziari da qui a fine stagione, sperando che nel mentre rifiorisca la situazione finanziaria e, soprattutto, il partito comunista cinese tolga il veto che ha posto da qualche tempo sugli investimenti dei propri membri all'estero.

Zhang e cessione Inter, qualche segnale di ripresa per rimanere in nerazzurro

A far ben sperare Steven Zhang sono alcuni segnali di ripresa delle casse dell'ultimo periodo, per quanto minimi. Nonostante Suning Holding Groups si trovi ancora in difficoltà, a fine gennaio sono stati saldati ai tesserati gli stipendi arretrati di luglio e agosto 2020, rispettando così le scadenze poste dalla Figc. Inoltre, PPTV, una televisione del gruppo Suning, può da oggi tornare a trasmettere la Serie A in Cina, avendo trovato un accordo con IMG (agenzia titolare dei diritti esteri del nostro massimo campionato), che aspettava di essere pagata da un anno e mezzo. Piccoli segnali che inducono Zhang a temporeggiare e a cercare un prestito che gli dia tempo fino a fine stagione, quando lui stesso spera di poter tornare a occuparsi dell'Inter, senza bisogno di venderla.