Una serata speciale quella al Mapei Stadium di Reggio Emilia, e non solo per una partita entusiasmante che non ha deluso le aspettative, ma anche per il ritorno del pubblico allo stadio che con striscioni, cori e boati a cui non si era più abituati riportano a un senso di sportiva normalità.

L’Atalanta ancora in finale senza coppa

Anche questa volta Gasperini non ce la fa, e nonostante un'Atalanta sempre sopra le aspettative e in grandissima forma, la Juventus con un secondo tempo all’altezza della sua fama, vince e porta in casa il suo 14esimo trofeo.

La Dea domina e comanda tutto il primo tempo, tra i dubbi arbitrali viene contestato dall’Atalanta un rigore al 13' per intervento di Rabiot su Pessina, e l'intervento di Cuadrado dalla cui azione permette il vantaggio della Juventus con Kulusevski, che al 32' in contropiede segna l’1-0, con un bel sinistro che non lascia possibilità di speranza a Gollini.

Stessa protesta, questa volta da parte dei bianco neri, che al 41’ contestano l’intervento di Freuler che ha fatto nascere l'azione del pareggio con il gol di Malinovskyi.

Un secondo tempo con la Juventus alla riscossa

Dopo un primo tempo dominato dalla Dea, il secondo tempo vede la Vecchia Signora riprendere campo con Chiesa che prova con più tentativi di violare la rete degli avversari.

L’ex fiorentino spreca un passaggio prezioso di Ronaldo con un palo clamoroso al 61’, ma recupera al 73', con la rete decisiva e la Vecchia Signora alza per la 14esima volta la Coppa Italia della sua storia, la sesta per Buffon (record) e Pirlo può tirare rilassarsi un po' prima dell’ultima partita di campionato di domenica a Bologna nella quale si cercherà di tentare l’ingresso in Champions League, per l’Atalanta il digiuno continua da quell’unica volta in cui vinse il trofeo tricolore nel 1963.

Lo sport vince

Quattordici mesi dopo il triste il match tra i bergamaschi e il Valencia, diventato probabilmente uno dei primi focolai del coronavirus, le cose cominciano a cambiare e l’Italia vince la sua prima battaglia contro il Covid.

Una partita simbolica quella di ieri sera, che ha rappresentato la prima vittoria sul lockdown e un piccolo ritorno alla normalità nonché un nuovo inizio che è ripartito da un fischio di inizio di una finale di Coppa Italia.

Secondo quanto stabilito da Comitato tecnico scientifico, ieri sera Reggio Emilia ha riaperto il suo stadio a 4.300 tifosi, ovvero al 20% della sua capienza totale, rendendoli quindi protagonisti e testimoni di una data storica nella lunga guerra contro la pandemia.

Agli spettatori che si sono presentati ieri sera al Mapei Stadium è stato chiesto un tampone negativo o un certificato vaccinale con iter completato o di guarigione dal Covid-19 nei sei mesi precedenti.

Il test di prova del Green Pass quindi sembra abbia funzionato; la “certificazione verde”, introdotta dal Decreto 26 aprile, servirà ad attestare che siamo vaccinati (vale anche la prima dose), guariti dal Covid o abbiamo fatto un tampone con esito negativo nelle 48 prima.

Un’arma di monitoraggio che agevolerà gli spostamenti e permetterà di poter ritornare piano piano a riempire gli stadi, festeggiare matrimoni e spostarsi tranquillamente.