Novità in arrivo per quanto riguarda la visione delle partite di Serie A. Come già sappiamo dall'inizio di questa stagione, per vedere il campionato di calcio italiano, la Serie A, è necessario avere un abbonamento alla piattaforma di streaming DAZN. Dopo più di due decenni di dominio da parte di Sky, quest'estate c'è stato un cambiamento epocale che ha portato molti utenti a cambiare i propri abbonamenti per seguire la squadra del cuore.

Cosa cambia per gli abbonati Dazn

Dazn è stata lanciata nel mercato italiano nel 2018 e nel primo periodo della sua attività dava la possibilità, agli abbonati, di seguire tre partite di Serie A.

In genere erano l'anticipo del sabato sera alle 20:45, l'anticipo delle 12:30 la domenica e una partita delle 15:00, sempre la domenica.

Dalla stagione 2021/2022 Dazn si è aggiudicata l'intero pacchetto, rifiutando anche l'ultima offerta di Sky da 500 milioni di euro; se si vuole vedere la Serie A si deve sottoscrivere un abbonamento con la piattaforma di streaming nata nel Regno Unito.

Cosa potrebbe cambiare da metà dicembre? La notizia è stata riportata dal Sole 24 Ore che, citando delle proprie fonti, afferma che non sarà più possibile utilizzare più di un dispositivo per abbonamento. In pratica non si potrà più vedere, in contemporanea. lo streaming della piattaforma. Una modalità, quella del multiuso, prevista nel contratto di sottoscrizione al punto 8.3 delle condizioni di utilizzo.

Al momento Dazn, in partnership con Tim, non ha commentato. La cosiddetta "cuncurrency" dovrebbe partire da metà dicembre. In questi giorni arriveranno le comunicazioni agli abbonati che avranno diritto di recesso entro 30 giorni.

Le motivazioni di Dazn

La motivazione alla base di questa decisione sta nella pirateria. Infatti, scegliendo di limitare la visione ad un solo portale per abbonato si vuole tutelare la Serie A dalle azioni fraudolente che si sono verificate in questi mesi.

Come scrive il Sole 24 Ore, la "cuncurrency" viene adottata da molte altre piattaforme come Netflix, Disney + e Amazon Prime Video, solo per citarne alcune. Una "sharing economy" che di solito consente a tutta la famiglia di poter usufruire dei contenuti in streaming.

Nei contratti che si sottoscrivono e che si accettano prima di ottenere l'abbonamento viene specificato che la condivisione deve sempre avvenire in ambito familiare.

Che poi ciò accada veramente è un altro paio di maniche. E spesso gli account vengono smistati fra amici, conoscenti e altre persone che non appartengono al nucleo familiare.

Dunque, oltre alla pirateria ci sarebbe anche un problema del basso numero di abbonamenti. Solo 700mila sottoscrizioni che per Dazn non sono sufficienti. Con questa mossa la piattaforma vuole dare una ulteriore spinta al numero di contratti.