Il suo arrivo in Italia, ufficializzato nella primavera del 1984, fu praticamente il sensazionale biglietto da visita del nuovo presidente dell'Inter, Ernesto Pellegrini. Karl-Heinz Rummenigge, uno dei più forti attaccanti nella storia del calcio tedesco ed europeo, vestì la maglia nerazzurra per tre stagioni collezionando 107 gare ufficiali e mettendo a segno 42 gol. La sua esperienza milanese in verità fu poco fortunata anche se giocò in una squadra che lottò per il titolo in due stagioni su tre e la sua Inter ebbe anche una dimensione europea con due semifinali di Coppa Uefa disputate, ma di fatto non vinse nulla.

Per lui comunque ai primi di febbraio è arrivato un riconoscimento importante, la Figc lo ha inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

I nuovi ingressi

Rummenigge è il decimo ex calciatore straniero che entra a far parte di questa prestigiosa galleria, istituita nel 2011 dalla Federcalcio italiana insieme alla Fondazione "Museo del calcio" di Coverciano. Lo avevano preceduto Michel Platini, Marco van Basten, Gabriel Batistuta, Diego Maradona, Ronaldo, Paulo Roberto Falcao, Ruud Gullit, Javier Zanetti e Zibì Boniek. Nell'edizione di quest'anno, oltre al bomber tedesco, hanno fatto il loro ingresso tra gli 'immortali' anche Alessandro Nesta tra i calciatori italiani, Antonio Conte tra gli allenatori, Antonio Cabrini tra i veterani, Gianluca Rocchi tra gli arbitri, Giovanni Sartori tra i dirigenti e Barbara Bonansea tra le calciatrici.

Sono stati inoltre assegnati riconoscimenti alla memoria di Armando Picchi, Gigi Simoni, Romano Fogli, Fino Fini e Vujadin Boskov.

'L'Inter mi ha formato come giocatore e come persona'

Ricevuta la notizia, 'Kalle' ha manifestato tutta la sua gioia spendendo parole al miele per l'Inter e per l'Italia in generale. "Ringrazio davvero la federazione italiana per questo riconoscimento - ha detto l'ex nazionale della Germania Ovest - e questo ingresso nella Hall of Fame significa davvero molto per me.

Del mio tempo in Italia ho ricordi fantastici, l'Inter mi ha formato come calciatore, ma anche come persona". Parole davvero significative se consideriamo che Rummenigge giunse in Serie A da giocatore affermato, all'età di 29 anni, reduce da dieci stagioni al Bayern Monaco corredate da 217 gol in 422 partite in cui aveva vinto due titoli tedeschi e due coppe di Germania, due Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale oltre a un titolo europeo e una finale mondiale giocata con la sua nazionale.

Era stato inoltre premiato due volte con il Pallone d'Oro. Ma l'esperienza italiana lo ha comunque segnato: "La mia famiglia e io ci siamo trovati benissimo e ci siamo legati al club e alle persone coinvolte. L'Inter e l'Italia saranno sempre nel mio cuore". Ai tifosi dell'Inter ha lasciato il ricordo di un grande professionista, autore di reti assolutamente memorabili. Tra queste una nel derby di Milano della stagione 1984/85 considerato tra i top-gol nerazzurri [VIDEO]di sempre contro il Milan, la doppietta alla Juventus nel clamoroso 4-0 di San Siro sempre nella stessa stagione, un'altra doppietta in Coppa Uefa sul terreno del Colonia al termine di una gara assolutamente epica e la mezza rovesciata che fece 'venir giù' il 'Meazza' in un match contro il Torino della stagione 1985/86.

Il suo gol più bello non lo troverete nei referti: è quello in Coppa Uefa contro i Glasgow Rangers con una spettacolare acrobazia che gli venne ingiustamente annullato per un 'molto presunto' gioco pericoloso.