Nella partita d’allenamento contro la Milanese, terminata 10-0 a favore dei nerazzurri, l’Inter si è presentata con l’inusuale veste tattica del 3-4-1-2. Per la prima amichevole ufficiale bisognerà attendere la partita di domani, quando la compagine nerazzurra affronterà il Lugano in trasferta (ore 18:30). Il match di sabato contro i biancorossi della Milanese (che militano in Eccellenza) è servito più che altro per riprendere confidenza col manto verde e dare spazio ad alcuni nuovi acquisti, tra cui Lukaku, Asllani e Bellanova. Con una rosa non ancora al completo, Inzaghi ha scelto l’abito tattico più funzionale (3-4-1-2), ma per sua stessa ammissione, il 3-5-2 resterà la colonna portante anche nella prossima stagione.

Inzaghi punterà ancora sul 3-5-2: com’è cambiata la strategia dai tempi di Conte

Nell’ultima settimana, Inzaghi ha ribadito in più occasioni la fedeltà al modulo che ormai accompagna i nerazzurri dal 2019. Nella passata stagione, Il 3-5-2 introdotto da Antonio Conte è stato mantenuto è al contempo modificato. Sebbene sulla carta si tratti dello stesso schema tattico, la sua applicazione è stata ampiamente rimaneggiata in funzione di un gioco che ricerca maggiormente il fraseggio rispetto alla palla lunga. Infatti, Inzaghi si è distinto per prediligere la ripartenza palla a terra dalla difesa, mentre il leccese era solito affidarsi spesso ai lanci lunghi come soluzione per superare la linea della prima pressione avversaria.

L’ex laziale ha inoltre posto l’accento sul ruolo dei “braccetti” della difesa a tre, che a partire dalla scorsa stagione non svolgono solamente compiti di supporto e di prima pressione sul centrocampo, ma fungono da veri e propri incursori, spingendosi di frequente ben oltre la trequarti avversaria. Un’altra novità introdotta dal tecnico piacentino è la ricerca di una maggiore verticalità quando la squadra entra in possesso della sfera a centrocampo.

Nell’attuare il contropiede, lo schema di Conte prevedeva infatti l’uso delle corsie laterali per aggirare in velocità l’avversario (in particolare con Hakimi sulla destra), mantenendo il centrocampo più sulla difensiva. Al contrario, Inzaghi si serve spesso delle fasce come “scarico”, utilizzandole per allargare le difese avversarie e aggredire centralmente gli spazi.

Questa soluzione limita il cross lungo a favore di giocate più manovrate, atte a mettere le mezzali in condizione di eseguire il tiro dai 20 metri (specialmente con Çalhanoğlu, che di media calcia in porta 1.9 volte a partita, quasi sempre dalla distanza).

Un’altra caratteristica del centrocampo nerazzurro targato Inzaghi, è la ricerca continua della sovrapposizione centrale tra i braccetti e le mezzali, che spesso arretrano sulla mediana per coprire l’avanzata di Bastoni e Skriniar. Questo compito è stato svolto molto bene da Çalhanoğlu che, diversamente da Barella (meno palleggiatore è più incursore), sa scalare di qualche posizione per fungere d’appoggio alle ribattute ed eventualmente far ripartire il gioco cercando l'aiuto di Brozovic.

In attacco, la coppia Dzeko-Lautaro è stata la più utilizzata, con l’inserimento sporadico di Sanchez e l’alternanza tra il bosniaco e Correa. Lautaro ha interpretato il ruolo di centravanti, mentre Dzeko (anche per limiti di età) ha giocato mediamente più arretrato, utilizzando le sue importanti doti tecniche per fungere da rifinitore del gioco. Con l’arrivo di Lukaku, l’Inter avrà a disposizione una coppia d’attacco fisicamente più funzionale, con “Big Rom” in grado di fungere da "perno" attorno al quale si muoverà l’argentino. Infatti, grazie alla sua fisicità, il belga è abilissimo nel calamitare gli avversari su di sé per aprire il campo ai compagni. Inoltre, la sua maestria nel proteggere la palla, potrà essere una soluzione in più per ricercare un calcio verticale, con le mezzali e i laterali pronti a fiondarsi sulle sue sponde.

Il 3-4-1-2 potrebbe essere un’alternativa

“Una rondine non fa primavera”, e la partita d’allenamento contro la Milanese andrebbe letta in tal senso. Il 3-4-1-2 messo in campo dal mister, è stato motivato più dalle assenze (molti giocatori si sono aggregati in rosa solo negli ultimi giorni e mancano di condizione) e dal basso livello dell’avversario, piuttosto che da una precisa volontà di svoltare tatticamente. A ogni modo, non è da escludersi che questa veste tattica possa essere ripresentata nel corso delle prossime amichevoli per sfruttare al meglio il tasso tecnico del centrocampo, cresciuto notevolmente con gli inserimenti di Mkhitaryan e Asllani che, a differenza di Vecino e Vidal, convincono maggiormente dal lato del palleggio e del gioco corale.

Proprio Asllani, nel corso del primo tempo contro la Milanese, è stato protagonista assieme ad Agoume di un inedito centrocampo, con Correa attaccante di sostegno a fare da raccordo con l’attacco. L’ex Empoli ha disputato una buona gara, specialmente sotto il profilo atletico e del modo di stare in campo. Ha infatti limitato le sortite offensive (una gli è valsa il gol) in funzione di un gioco più attento e volto al mantenimento del possesso. Quando anche Mkhitaryan sarà a disposizione, il 3-4-1-2 potrebbe rivelarsi una buona alternativa per sorprendere gli avversari o sboccare partite difficili.

A ridosso delle punte, l’armeno garantirebbe una maggiore copertura rispetto a Correa, più votato alla verticalità e l’attacco.

Non a caso, in giallorosso, Mkhitaryan ha giocato anche sulla mediana del 3-4-2-1 e questa esperienza potrebbe favorirne l’impiego sulla trequarti in una sorta di 3-4-1-2 “mascherato”, che per essere funzionale richiede un grande sacrificio in copertura proprio da parte del centrocampista offensivo. Pare infatti improbabile che Inzaghi rinunci a un assetto tattico collaudato per fare un salto nel vuoto, ed è probabile che l’eventuale rinuncia alle mezzali, possa coincidere con l’uso del doppio regista, un po’ come accadde quando Conte schierò per diverse volte Eriksen e Brozovic davanti alla difesa.

A conti fatti, il centrocampo a 4 potrebbe essere coadiuvato da un trequartista in grado di arretrare per coprire più campo e l’impiego di due palleggiatori alle sue spalle manterrebbe pressoché inalterato il comportamento della squadra in fase di non possesso.

Nelle prossime gare – stavolta ufficiali – si comprenderanno meglio le intenzioni d’Inzaghi, ancora in attesa di capire quale sarà il prossimo Calciomercato dell’Inter. In questi giorni, sono infatti circolati rumor riguardo l’imminente offerta del PSG per Skriniar, un uomo fondamentale per la beneamata, che potrebbe essere sostituito con l’arrivo di Bremer (per cui a breve ci sarà un secondo incontro tra le parti) o di Milenkovic, ma nessuna delle due trattative esclude l’altra.

L’affare Dybala sembra invece in fase di stallo. Negli ultimi giorni, l’argentino è stato accostato a Roma e Napoli, ma non è da escludersi che con l’eventuale uscita di Sanchez (7,5 milioni netti all’anno) I meneghini riescano a reperire quei fondi necessari per tesserare la Joya.

Al netto delle eventuali prossime uscite ed entrate, l’Inter sembra comunque essere al completo con l’organico e in grado di poter adottare soluzioni tattiche sino a ora inedite. Saranno le prossime amichevoli a definire meglio le intenzioni d’Inzaghi, che probabilmente farà qualche esperimento, ma in fondo resterà fedele al suo modo d’intendere il calcio, ovvero al suo 3-5-2.