Nelle ultime settimane ha destato particolare scalpore il caso di Rosario D'Onofrio, ormai ex procuratore capo dell'Aia. L'uomo ha dovuto infatti rinunciare al suo incarico in seguito all'arresto per traffico di droga internazionale. Un vero e proprio scandalo per il calcio italiano dal punto di vista del mondo arbitrale, con diversi coinvolgimenti ancora da chiarire. In particolare, l'inchiesta della procura ha messo in evidenza un possibile coinvolgimento del presidente Alfredo Trentalange, reo di comportamenti rilevanti dal punto di vista disciplinare proprio in relazione alla condotta di Alfredo D'Onofrio.
In seguito alla chiusura delle indagini, nella giornata di ieri il presidente ha deciso di optare per le dimissioni spontanee in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
Alfredo Trentalange interrogato sul caso D'Onofrio
Le dimissioni del presidente dell'AIA sono arrivate solo dopo l'avviso del procuratore Chinè in merito alla chiusura delle indagini. Il massimo esponente dell'area arbitrale avrebbe infatti collaborato offrendo la propria testimonianza sul caso D'Onofrio. Secondo quanto dichiarato dall'ex presidente, nella giornata di venerdì sarebbe avvenuto l'incontro tra la procura e Trentalange, con quest'ultimo impegnato nel raccontare tutta la verità a lui nota. La difesa sostiene infatti che, a dispetto dell'accusa, non vi sia stata alcuna omissione in riferimento alla condotta di Rosario D'Onofrio.
Il vertice dell'AIA chiarisce infatti di non aver mai avuto notizie in merito alla condotta illecita dell'ex procuratore capo.
Possibili eredi per la presidenza dell'AIA dopo il caso D'Onofrio
Con le dimissioni del presidente Trentalange, rassegnate nella giornata di ieri, la gestione dell'organo arbitrale è passata momentaneamente al vicepresidente Baglioni.
Il suo compito sarà principalmente quello di sfruttare i 90 giorni di tempo per convocare l'assemblea elettiva al fine di selezionare il degno sostituto alla presidenza dell'AIA. Sarà fondamentale il supporto della FIGC che, dopo anni, ha incluso nuovamente l'ambito della giustizia arbitrale come proprio ambito di competenza.
In merito ai possibili eredi per la carica, secondo la Gazzetta dello Sport la lista sarebbe composta principalmente da ex arbitri di un certo spessore. In particolare, il giornale parla di una possibile scelta tra Gianluca Rocchi, Roberto Rosetti o Nicola Rizzoli.
Trentalange sul caso D'Onofrio: "Devo tutelare l'autonomia dell'Associazione"
In seguito alla dimissioni presentate, il numero uno della classe arbitrale italiana ha spiegato la sua posizione con una lettera destinata ai presidenti di sezione. "Mi hanno permesso di dimostrare la mia correttezza e onestà, ma devo tutelare l'autonomia dell'Associazione." Con queste parole, l'ormai ex presidente ha voluto rimarcare quanto, in funzione del suo contributo fornito agli inquirenti, non vi fossero le basi per proseguire il suo mandato.