Il procuratore Figc Giuseppe Chinè nelle ultime settimane è stato impegnato con il caso plusvalenze, con l'esito del ricorso al Coni previsto il 19 aprile, ma anche sulla vicenda Trentalange. Proprio per questo, come detto da Campi, ci sarebbe la volontà del Procuratore Figc Chiné di dimettersi dall'incarico per il tanto lavoro.
Il procuratore Figc Chiné vorrebbe dimettersi dall'incarico per alcune polemiche riguardanti anche casi di mesi fa
'Confermo che Chiné vorrebbe dimettersi. Parlando con chi è all'interno dei palazzi istituzionali, noto come si stia facendo sempre più fatica di fronte alla mole di lavoro che arriva negli uffici della Procura Federale'.
Queste le dichiarazioni di Graziano Campi a Radio Bianconera. Il giornalista ha aggiunto: 'C'è stato anche il problema riguardante la questione Trentalange e il caso d'Onofrio. Una situazione in cui si sono evidenziati errori proprio da parte del procuratore Figc che hanno comportato imbarazzo'. Un addio che come dice il giornalista non dipenderebbe dalla paura del procuratore Figc ma 'dal fatto che servono supplementi d'indagine e la Procura non ha tante risorse,' ha aggiunto. Lavoro evidentemente non semplice per Chiné, che nelle ultime settimane ha dovuto fronteggiare diverse vicende giudiziarie riguardanti la Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Il Caso D'Onofrio e il deferimento di Trentalange al Tribunale Federale Nazionale da parte della Procura Figc
La Procura della Figc ha deferito l'ex presidente dell'AIA Alfredo Trentalange per il caso D'Onofrio, il capo della procura arbitrale arrestato per un traffico internazionale di droga. Il Procuratore Chiné ha deciso di respingere la richiesta di patteggiamento promossa da Trentalange deferendolo al Tribunale Federale Nazionale.
Proprio le motivazioni della sentenza del Tribunale federale nazionale della Figc smontano gran parte dell’impianto accusatorio e ora l’ex presidente Aia spera di cancellare del tutto la sanzione. Sono stati respinti ben cinque dei setti capi d'accusa mossi dal Procuratore Figc. Nel documento del Tribunale si legge come Trentalange avrebbe dovuto accertarsi dei requisiti professionali di D'Onofrio ma sui requisiti morali l'ex presidente dell'Aia poteva fare poco. Queste parte delle motivazioni con i quali il Tribunale Federale Nazionale ha giudicato il caso D'Onofrio.