Calcio e Olimpiadi, un rapporto controverso. Lo sport più popolare e praticato nel mondo è l'unico, tra le discipline di squadra in campo maschile, a non schierare i migliori atleti e lasciare spazio alle rappresentative giovanili, ai Giochi di Parigi 2024 ad esempio saranno in campo giocatori Under 23 con la presenza di due fuoriquota. Questo, nel corso degli anni, ha reso il torneo olimpico di calcio maschile abbastanza bistrattato se non addirittura snobbato. Ma nella lunga storia delle Olimpiadi sono tanti i fuoriclasse che vi hanno preso parte, tra cui Leo Messi che può vantare con la nazionale argentina anche il titolo a cinque cerchi oltre a quelli continentale e mondiale.

Abbiamo pertanto deciso di stilare una Top 11 all times olimpica partendo da determinati criteri. In primo luogo deve essere una formazione 'giocabile', spesso infatti si tende a imbottire queste fantasquadre di centrocampisti offensivi e attaccanti perché non si vuole lasciar fuori nessuno tra i calciatori che stuzzicano maggiormente la fantasia dei tifosi. Abbiamo poi tenuto conto di quanto mostrato da questi calciatori nelle edizioni olimpiche a cui hanno partecipato.

Difesa di marca sudamericana

Tra i pali Lev Yashin, il leggendario ragno nero, probabilmente il miglior estremo difensore di sempre. Il portierone sovietico vinse il torneo olimpico di calcio ai Giochi di Melbourne nel 1956, l'Urss mise al collo la medaglia d'oro superando in finale la Jugoslavia.

In difesa abbiamo scelto nel ruolo di esterno destro José Leandro Andrade, autentica leggenda del calcio uruguaiano. Due volte campione olimpico nel 1924 e 1928, epoca in cui i Mondiali non esistevano ancora e le nazionali si presentavano al torneo olimpico con la miglior rosa possibile (l'Uruguay considera da tempo i due titoli olimpici alla stregua di titoli iridati e la Fifa li ha riconosciuti come Mondiali dilettantistici).

Andrade, in base al 'metodo' dell'epoca, era un mediano destro.

Al centro della difesa la fisicità di Jerzy Gorgon, autentica colonna della generazione d'oro della Polonia che vinse il titolo olimpico a Monaco nel 1972. Al suo fianco la tecnica e la personalità di Roberto Ayala, argento alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e oro ai Giochi di Atene 2004, circostanza quest'ultima in cui la difesa dell'Argentina chiuse il torneo senza incassare reti.

Sulla corsia esterna sinistra mettiamo Roberto Carlos, una delle tante star del Brasile del 1996 partito per stravincere il titolo olimpico ma fermato in semifinale dalla sorprendente Nigeria. Il terzino verdeoro, reduce dall'esperienza italiana all'Inter e in procinto di passare al Real Madrid, fece comunque la sua parte confermandosi un predestinato.

Il giusto equilibrio in mediana

Quantità e qualità per la linea mediana, considerato che schiereremo una linea offensiva a dir poco stellare ci servono due giocatori che sappiano impostare ma anche difendere. Abbiamo pertanto scelto l'ungherese Jozsef Bozsik, campione olimpico a Helsinki nel 1952 e giocatore insostituibile della mitica Aranycsapat, la squadra d'oro.

Era il calciatore che dava equilibrio a quella splendida Ungheria, ricordata ancora oggi come una delle nazionali più forti di sempre. Caratteristiche simili a quelle di Pep Guardiola che vinse da capitano l'oro olimpico della Spagna ai Giochi di Barcellona del 1992 e che schieriamo al suo fianco nella nostra fantasquadra olimpica.

Estro infinito per trequarti e attacco

Sulla corsia esterna destra la velocità, l'estro e la fantasia di Jay-Jay Okocha, tra le stelle di quella fantastica Nigeria che, contro ogni pronostico, vinse l'oro olimpico ad Atlanta nel 1996 battendo Brasile e Argentina. Il nostro numero 10 non può che essere Leo Messi, campione olimpico con l'Argentina a Pechino nel 2008. Di fatto è stata la scelta più facile anche se ci ha portato a un'esclusione sofferta, quella di Kazimierz Deyna che fu grande protagonista nella Polonia campione del 1972.

In anni più recenti, inoltre, abbiamo avuto Neymar protagonista del primo storico titolo del Brasile ottenuto a Rio 2016.

A proposito di scelte difficili, Romario è il nostro centravanti e vince il derby con il connazionale Ronaldo alla luce della sua splendida Olimpiade a Seul nel 1988 quando realizzò 7 gol in 6 partite trascinando il Brasile in finale poi persa di misura contro l'Urss. Il Fenomeno disputò un buon torneo nel 1996 e pochi mesi dopo sarebbe definitivamente esploso con la maglia del Barcellona. Tra i centravanti comunque meritano una menzione speciale Gunnar Nordhal, campione olimpico e capocannoniere con la Svezia a Londra nel 1948 e Carlos Tevez, anche lui sul gradino più alto del podio e sul trono dei bomber ad Atene nel 2004.

Doveroso evidenziare anche la prestazione di Ferenc Bene, centravanti dell'Ungheria che vinse il titolo olimpico a Tokyo nel 1964, torneo in cui realizzò addirittura 12 reti in 5 partite. Nel ruolo di seconda punta, infine, c'è Ferenc Puskas, campione olimpico con l'Ungheria nel 1952: un fuoriclasse del suo livello ci consente diverse soluzioni in realtà, perché può fare il centravanti, la mezzala, il regista, il 'colonnello' era un calciatore universale.

Omaggio a Vittorio Pozzo

Dobbiamo ovviamente scegliere anche un CT e finalmente vediamo un po' di Italia, non può che essere Vittorio Pozzo il cui ciclo dal 1934 al 1938 - due titoli mondiali con un mezzo quello olimpico del 1936 - è stato finora ineguagliabile.

Non sappiamo come adatterebbe il suo metodo al calcio moderno e, soprattutto, ci viene da sorridere pensando al rigido tenente degli Alpini alle prese con le bizze di Jay-Jay Okocha o Romario. Ma questo, per fortuna, è solo fantacalcio.

La nostra Top 11 è quindi un 4-2-3-1: Yashin; Andrade, Gorgon, Ayala, Roberto Carlos; Bozsik, Guardiola; Okocha, Messi, Puskas; Romario.