“Come i cartoni, vestono la propria moda con spirito e umorismo. Abbinamento di colori forti e brillanti, pantaloni con la riga in mezzo, lacci grossi, scarpe da ginnastica pulite, magliette di nylon scintillanti, cinte col nome e targhette, tutto ciò mi ricorda il super-realismo di un cartone animato”. Il produttore, musicista e conduttore radiofonico Michael Holman definì con queste parole i performer di break dance nella prima metà degli anni '80, periodo in cui questo stile di danza 'urbana' nato nel decennio precedente si impose all'attenzione del mondo.
Holman non poteva minimamente sospettare che, quarant'anni dopo, sarebbe diventata una disciplina olimpica.
La breaking farà ufficialmente il suo ingresso alle Olimpiadi di Parigi il prossimo 9 agosto, due giorni di gare in cui i Bboys (16 in campo maschile) e le Bgirls (altrettante per la prova femminile) si cimenteranno nelle rispettive categorie utilizzando combinazioni di mosse, rotazioni, sequenze di passi ed evoluzioni acrobatiche. L'abilità principale sta nella sincronia, dovranno infatti adattarsi al ritmo che viene improvvisato dai DJ. In palio c'è il primo titolo olimpico della breaking che fece il suo debutto ai Giochi Olimpici giovanili di Buenos Aires del 2018 ottenendo grandi consensi.
Un successo che l'ha proiettata tra gli sport addizionali di Parigi 2024 insieme al surf, allo skateboard e all'arrampicata sportiva.
I cannoni e il tiro al piccione del 1900
Breaking e altre discipline citate portano ovviamente i puristi a storcere la bocca. Basterebbe però rispolverare la storia delle Olimpiadi dell'era moderna per trovarsi di fronte a discipline a dir poco surreali.
Nei Giochi di Parigi del 1900, ad esempio, ci furono prove di tiro a segno con il cannone. A onor del vero la vicenda è controversa e le gare in questione non sono riconosciute tra le competizioni ufficiali delle Olimpiadi, ma considerato che l'organizzazione ebbe un decisivo aiuto economico dalla contemporanea Exposition Universelle che la Francia aveva dedicato al nuovo secolo, il barone Pierre de Coubertin dovette giocoforza adattarsi a riconoscere quali prove olimpiche anche le gare che si tenevano nell'ambito dell'evento.
Il tiro a segno col cannone del 1900, di fatto, non viene riconosciuto come prova olimpica ma si svolse davvero al poligono di artiglieria di Vincennes in collaborazione con la Société de tir au cannon de Paris. Così come il tiro al piccione, sempre nella stessa edizione olimpica, unica circostanza in cui i Giochi hanno previsto in maniera volontaria l'uccisione di animali. Le cruenta gara venne vinta dal belga Lunden De Leon e per fortuna non ebbe un seguito nelle successive edizioni olimpiche, anche se ai Giochi di Stoccolma del 1912 si svolse una gara a squadre di tiro al piccione d'argilla vinta dagli Usa davanti a Gran Bretagna e Germania.
Altre discipline insolite
Ai Giochi Olimpici del 1908 e 1912 furono inseriti nel programma i duelli con la pistola che prevedevano di sparare a un manichino di 1,70 metri, posto a varie distanze.
Colpire il bersaglio alla gola dava il maggior numero di punti. Tra le discipline insolite non possiamo non citare il tiro alla fune che venne inserito nel programma in ben cinque edizioni dal 1900 al 1920. Tra l'altro a Parigi 1900 proprio nella prova di tiro alla fune ci fu il debutto del primo atleta olimpico di colore: Constantin Henriquez de Zubiera, francese di origine algerina che vinse l'argento nel tiro alla fune e l'oro nel suo sport preferito, il rugby. Nei primi Giochi parigini fa la sua comparsa anche il croquet, unica presenza, e il bizzarro nuoto a ostacoli dove 12 nuotatori in gara, provenienti da cinque nazioni, dovevano percorrere 200 metri nelle acque della Senna lungo i quali dovevano arrampicarsi su una pertica, superare una fila di barche salendovi da un lato e tuffandosi dall’altro e infine superare altre imbarcazioni nuotando sott’acqua. Altri sport che fecero parte di quella edizione dei Giochi furono la pallacorda e la pelota basca.