Come confermato nelle ultime ore a TeleLombardia dal suo procuratore Manuel Garcia Quilon non è al momento in piedi nessuna trattativa per restare in rossonero e la cosa ha acceso i rumors di mercato: lui è Theo Hernandez, terzino sinistro del Milan che all'ombra della Madonnina sta vivendo un momento ambientale molto complicato.

Il rosso con tanto di rigore sbagliato a Firenze, contro tra l'altro il volere di Fonseca che voleva Pulisic sul dischetto, sembrano il preludio ad una multa comminata dalla società per un calciatore che andrà in scadenza di contratto al 2026 e che vorrebbe, si vocifera, oltre 8 milioni di euro per firmare un prolungamento.

Le indiscrezioni sul futuro di Theo si vanno così moltiplicando, le ultime, alimentate anche dal giornalista Mediaset Claudio Raimondi, portano ad un possibile approdo alla Juventus: "Senza un rinnovo nei prossimi 2 o 3 mesi la Juve potrebbe concretamente entrare in scena per Theo" ha dichiarato l'esperto di mercato.

L'affare però appare molto complesso.

Manuel Garcia Quilon: 'Al Milan siamo felici ma non ci sono trattative sul rinnovo'

"Non c'è nessuna trattativa, non stiamo negoziando nulla. Da quattro mesi non parliamo di nulla. La società mi ha contattato a maggio/giugno e mi ha chiesto: Siete felici qui? E noi gli abbiamo risposto che siamo contenti di restare. Dopo quel contatto non li ho sentiti più: non abbiamo ricevuto nessuna offerta da parte del club per rinnovare" ha dichiarato il procuratore del francese nelle ultime ore.

Quel laconico "non parlo di cifre" quando gli è stato chiesto se il proprio assistito vuole davvero una paga doppia per restare lascia aperto più di uno scenario sull'effettiva volontà dell'entourage che per restare (o andare altrove) vorrà certamente molto più dei 4,5 milioni di euro netti che oggi percepisce Hernandez.

Ed è in questo scenario che si potrebbe inserire la Juventus, che a sinistra ha Andrea Cambiaso - un profilo certo molto diverso - ma il cui innesto in bianconero appare problematico per una serie di ragioni.

Motta non vuole giocatori tatticamente disordinati e il costo del cartellino si aggira sui 60 milioni di euro

I 31 gol e 41 assist firmati in 222 presenze col Milan per uno che sulla carta fa il terzino farebbero gola a chiunque sia chiaro, ma in questi primi mesi in bianconero Thiago Motta ha dimostrato di avere dei principi ben saldi.

Chi è disordinato tatticamente o non offre le dovute garanzie di solidità non gioca, come dimostrato dall'impiego presso che inesistente di Douglas Luiz, che costato 50 milioni in totale e con una tecnica certamente indiscutibile dalla sua, a Torino gioca poco (e a dirla tutta male).

Theo Hernandez rappresenta proprio tutto quello che Motta non ama vedere: il terzino perde spesso la posizione, come accaduto quest'anno nella trasferta di Parma o alla prima col Torino, cosa che costa quasi o sempre un gol dell'avversario, per non parlare della condotta tenuta dal francese. Prima il cooling break di Roma contro la Lazio trascorso lontano dalla squadra, poi la prestazione svogliata e a tratti priva di apparente fondamento di Firenze, dove prima ha calciato un rigore senza il 'permesso' dell'allenatore (sbagliandolo) e poi si è reso protagonista di un quasi fallo da rigore.

Nel mezzo una marea di chiusure mancate ma anche l'assist del pareggio ed è proprio qui che si cela la vera essenza di un giocatore che è croce e delizia dei propri allenatori.

In ultimo, ma non meno importante, un suo approdo alla Juventus appare complesso per questioni economiche: il cartellino costa 60 milioni, lui vuole un ingaggio da top player e prenderlo adesso significherebbe metterlo sotto contratto fino a che non avrà superato i 30 anni (ne ha 27), cosa che ne rende molto difficoltosa una futura rivendita a cifre importanti.

Infine il capitolo ingaggio: nell'estate appena trascorsa Giuntoli ha abbassato di ben 27 milioni di euro il monte ingaggi, non può permettersi in rosa un calciatore che guadagni le cifre che oggi percepisce solo Dusan Vlahovic e che non a caso la dirigenza sta cercando di abbassare con un certosino lavoro di mediazione con l'entourage.

Ciò premesso le vie del Calciomercato sono ovviamente infinite e tutto può sempre succedere.