La prima casa torna ad essere pignorabile, lo ha deciso la maggioranza che sostiene il Governo Renzi. Infatti a Montecitorio, il 7 luglio, la Camera ha respinto diverse mozioni della minoranza che chiedevano l'immunità della casa di abitazione dei contribuenti. Dopo il Decreto del Fare che poi è diventato Legge 98 il 9 agosto 2013, che ha stabilito il divieto di espropriazione dell'abitazione principale a condizione, la prima casa potrebbe di nuovo essere pignorabile.
Come funzionava la Legge 98
Il Decreto del Fare stabiliva con estrema certezza che nessuno, nemmeno Equitalia, poteva pignorare la casa di abitazione, a condizione che essa non fosse classificata in catasto come "di lusso" e che fosse l'unica casa di proprietà del debitore.
A dare maggiore forza al decreto anche una sentenza della Corte di Cassazione del 12 settembre 2014 che stabilì il divieto di esproprio della casa da parte dell'Ente di riscossione.
Cosa è successo a Montecitorio
Per la verità, la Camera ha approvato mozioni che riguardano iniziative volte a sospendere gli espropri delle prime case. Erano mozioni della Maggioranza stessa che non garantiscono però l'impignorabilità della casa. Infatti con la loro approvazione, il Governo si impegna a valutare se e come attuare iniziative di natura economica volte a gestire i mutui in sofferenza di famiglie numerose ed in difficoltà. Sono state respinte invece le mozioni di M5S, Area popolare, Fratelli d'Italia, SEL.
Queste erano mozioni più dirette, che con chiarezza, impegnavano il Governo a definire l'impignorabilità della prima casa.
E adesso cosa succederà
Le mozioni approvate non tutelano la casa, questo è evidente. Le minoranze promettono ulteriore battaglia ed a ragione. Infatti la crisi sempre maggiore, i disoccupati in aumento, i pensionati sotto i 500 euro mensili, sono le cause che hanno portato i casi di esproprio da parte di Equitalia, delle banche e di altri creditori ad essere migliaia.
La delicatezza della vicenda è che materialmente espropriare la prima casa significa in molti casi mandare una famiglia per strada. Il Governo deve evitare questo e le misure che ha scelto non lo evitano. Dal Movimento 5 Stelle era pervenuta la proposta di stanziare un fondo da 10 milioni per pagare i creditori di alcuni soggetti in difficoltà (11.000 famiglie prossime allo sfratto) e di bloccare almeno per 36 mesi gli espropri in atto. Bocciata pure questa, come se fosse normale che una famiglia da un giorno all'altro possa andare a finire a dormire sotto ad un ponte.