Nemmeno una settimana fa il popolo greco ha votato contro le misure dell'Unione Europea attraverso un referendum popolare. Molti tra i partiti delle opposizioni italiane hanno fatto salti di gioia per questo primo Paese che non ci sta alla politica di austerità imposta da Bruxelles. Molti esponenti di partiti italiani erano ad Atene a seguire da vicino lo spoglio ed a festeggiare la vittoria del no e quindi del Primo Ministro greco, Tsipras. In Italia invece il Senato non ha dato questa possibilità ai cittadini. Infatti a Palazzo Madama, il giorno 8 luglio, i senatori hanno respinto la proposta dei 5 Stelle che chiedevano un provvedimento che consentisse di indire un referendum popolare sull'euro.
Questo nonostante il Movimento di Grillo avesse raccolto e depositato, già a giugno, 200.000 firme.
Cosa è successo in Senato
Il Senato ha bocciato la proposta in maniera netta. Solo la Lega di Salvini si è accodata alla richiesta del M5S, votando a favore della proposta. La maggioranza di Governo, coesa ed a ranghi compatti, ha respinto la richiesta, che ha trovato parere contrario anche di Forza Italia. La reazione dei "Grillini" è stata veemente, hanno detto che il Senato era tutto unito contro la democrazia, che si ha paura di dare la parola ai cittadini. Contestato, a ragione, anche il non voto di SEL, dopo che il leader Vendola era ad Atene a cantare vittoria per l'esito del referendum ellenico.
Non c'è altra strada per arrivare ad una consultazione popolare?
La verità è che un referendum per patti stipulati in convenzioni internazionali. come di fatto lo è la moneta unica, non è argomento di cui è possibile richiedere un referendum facilmente. La linea seguita dai 5 Stelle, era chiedere un provvedimento urgente con carattere di costituzionalità.
Così si fece nel lontano 1989 quando si emanò un referendum costituzionale sull'ingresso dell'Italia nella Unione Europea.
Come stanno i paesi dove è rimasta la moneta propria
La Danimarca per esempio, tramite referendum scelse di entrare nella UE ma di non adottare la moneta unica. Nella UE questo non è un caso isolato.
Infatti i paesi della Comunità Europea sono 28 ma quelli dell'area euro solo 19. Oltre ai danesi, la Gran Bretagna, Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Ungheria. Dati statistici forse ci rendono invidiosi di questi Stati. Infatti se la disoccupazione in Italia ha numeri record, in questi paesi è molto più bassa e la crescita molto alta. Per esempio la già citata Danimarca ha solo il 6% di disoccupazione rispetto al nostro abbondante 12. Sarà un caso, ma sarebbe davvero il caso di dare la parola agli italiani, ma forse la politica nostrana non lo vuole.