Il terremoto di Ischia avvenuto ieri sera ha riaperto una vecchia ferita che l'Italia si era lasciata faticosamente alle spalle. I Danni provocati da un sisma di non elevata potenza ha fatto sì che le persone si ponessero delle domande ricorrenti: la mia casa è antisismica? Perché un terremoto relativamente minore (4.0 della scala Richter) ha generato un simile caos? Le risposte ci sono ma spesso si fa finta di nulla, chiudendo un occhio, e l'altro pure, andando avanti fino a quando, un giorno, non ci si ritrova vittime di quello che, volente o nolente, è un fenomeno naturale con cui l'Italia ha convissuto in passato e continuerà a convivere anche nel presente e nel futuro.
Andare al Comune
Il modo più semplice per sapere se la propria casa è antisismica oppure no è recarsi al Comune in cui si risiede e richiedere una copia del progetto delle strutture. Da solo il documento però non basta perché, nella maggior parte dei casi, non capiremmo nulla circa i dati che vi sono segnati. A meno che non siamo degli ingegneri, architetti o comunque esperti di questo specifico settore, ci si deve affidare per forza ad una consulenza di un tecnico, in grado di fare tutte le valutazioni necessarie per stabilire se il nostro immobile sia o meno a rischio.
L'azione più logica da intraprendere è dunque rivolgersi al proprio Comune di appartenenza o, in alternativa, alla Provincia.
L'invito è rivolto a tutti, sia ai proprietari della casa ma anche agli eventuali inquilini, che si trovano all'interno dell'edificio in affitto. In questo caso, le spese dovute al consulente tecnico sono a carico dell'affittuario, chiamato anche locatario. Ci sono però anche altri modi, alcuni dei quali meno scientifici, per capire se si abita in un luogo sicuro oppure no.
Zone a rischio
L'Italia, dato l'elevata sismicità, è stata nel corso degli anni "mappata" dagli esperti, in modo da individuare le aree a rischio terremoto e quelle che invece possono considerarsi anti-sismiche. Gli studi e i rilievi hanno portato alla realizzazione di una mappa che presenta diversi gradi di rischio, una scala che va da 1 a 4.
Se si appartiene alla zona 1, si è in un'area dove il rischio di un sisma è elevato. Il grado 4, viceversa, indica una zona dove ci sono basse possibilità che si verifichi un terremoto come quello di Amatrice dello scorso anno o dell'Aquila.
Dove posso reperire la mappa sismica del territorio italiano? Stavolta non occorre allontanarsi da casa. Infatti, attraverso una semplice ricerca web, è possibile sapere a quale grado appartiene il comune dove si risiede andando sul sito ufficiale del Dipartimento di protezione civile, nell'apposita sezione, indicata dalla voce del menu "Classificazione sismica". Emerge chiaramente come lungo la catena appenninica si concentri il maggior numero di centri abitati con rischio pari al grado più alto, segnalato in rosso.
Alcune zone, al contrario, sono ritenute praticamente immuni dai terremoti, come ad esempio la regione Sardegna.
Imparare a conoscere la propria casa
È infine fondamentale imparare a conoscere il proprio immobile. Le mura portanti della casa non devono avere uno spessore inferiore ai 15 cm e, allo stesso tempo, superiore ai 50 cm. Anche l'altezza dell'immobile è un dettaglio da prendere in seria considerazione. Se si abita in una zona contrassegnata dal 1° grado di rischio, si deve sempre ricordare che la casa non deve essere superiore ai 2 piani di altezza.
Esistono poi altri fattori, altrettanto importanti, che non possono però essere valutati ad occhio nudo. Uno di questi è la capacità dell'immobile di perdere l'equilibrio e, ugualmente, di mantenere la propria funzionalità e resistenza. Decisiva anche la scelta sui materiali, meglio se viene utilizzato il cemento armato (tipologia precompresso o costituito da barriere di acciaio al carbonio).