Adescavano le giovanissime vittime con ripicche, ricatti, soprusi psicologici per annientarne la volontà e farle capitolare. Chi non concedeva i suoi favori al "santone" era accusata di non avere fede in Dio e veniva punita. Emergono dettagli sempre più raccapriccianti dall'inchiesta denominata "Dodici apostoli" condotta dalla polizia postale e coordinata dalla Procura etnea, che ha coinvolto una comunità religiosa che riunisce circa 5 mila persone fondata da un sacerdote deceduto. Agli arresti sono finite quattro persone: il capo carismatico Pietro Capuana, di 73 anni e tre sue collaboratrici, Fabiola Raciti di 55, Rosaria Giuffrida di 57, e Katia Scarpignato di 48 anni.

I reati contestati sono di associazione per delinquere e violenza sessuale aggravata ai danni di minorenni. Dall'ordinanza dell'inchiesta emergono inquietanti modalità utilizzate per vincere le resistenze delle giovanissime.

Aberranti riti di 'purificazione'

Li chiamavano riti di purificazione e di iniziazione alla vita spirituale, le "apostole" di Capuana che si proclamava l'incarnazione in terra dei tre "arcangeli" e da 15 anni dirigeva la comunità "Cultura e Ambiente" di Aci Sant'Antonio, La gip Francesca Cercone nell'ordinanza scrive che le tre arrestate adescavano le "adepte" spingendole a intrattenere rapporti sessuali con Capuano. Chi si mostrava riluttante a concedersi all'arcangelo, veniva etichettata "pazza" o punita.

Turni e contraccettivi

Le collaboratrici del santone avevano organizzato turni per gestire il viavai di ragazzine che non solo dovevano lavarlo, vestirlo, pulire la casa dell'anziano, ma anche soddisfare le richieste sessuali, a volte in gruppo. In una perquisizione nella casa di Giuffrida, è stato trovato un quaderno in cui sono segnate le anomale turnazioni, con tanto di nomi delle minori.

Inquietanti poi i messaggi tra le collaboratrici e le ragazzine. Le adescatrici danno indicazioni e suggerimenti su come prepararsi e presentarsi agli incontri. Una ragazzina, che all'epoca dei fatti aveva 12-13 anni anni, viene esortata da Fabiola Raciti ad assumere la pillola anticoncezionale, seppur timorosa di essere scoperta dalla madre.

Allora la collaboratrice la obbliga a prendere la pillola del giorno dopo.

Messaggi e dichiarazioni d'amore

Nell'ordinanza del gip, è scritto che appare chiaramente la natura sentimentale e anche sessuale dei rapporti intercorsi tra Capuana e le ragazzine della comunità, dal contenuto dei messaggi tra gli stessi intercorsi. Lettere e messaggini d'"amore" che inviavano al cosiddetto “guru spirituale” sollecitate dalle "apostole". Una, pentita di non essersi concessa, gli scrive: "Perdonami, ti amo, sei il mio uomo".

L'inchiesta, intimidazione delle vittime

L'inchiesta ha preso avvio dopo la denuncia della mamma di una minore finita nella setta. La donna ha consegnato uno smartphone con chat in cui si chiedeva alla figlia di scrivere lettere d'amore al santone.

Nell'inchiesta sono finite anche altre 3 persone per favoreggiamento: l'ex assessore regionale ai Trasporti, Domenico Rotella, marito di Rosaria Giuffrida, il sacerdote Orazio Caputo e l'ex presidente dell’associazione “Cultura e ambiente”, Salvatore Torrisi. Il prete nel segreto della confessione, avrebbe appreso delle indagini e avvisato Torrisi e Rotella. L’avvocato Tommaso Tamburino che assiste quattro delle vittime che, con i loro racconti, hanno scoperchiato un mondo di violenza e plagio, ha annunciato un dossier che verrà consegnato alla procura di Catania. Sta raccogliendo i messaggi d'intimidazione che ancora ricevono le sue assistite.