Avevamo anticipato due settimane addietro, fiutando la bontà delle notizie provenienti dal mondo anglosassone, la probabilità che una fusione tra gli operatori di telefonia mobile Wind e 3 in Italia fosse quasi una certezza. Oggi non c'è testata giornalistica del nostro Paese che non ne parli, anche se continua a trattarsi di fonti giornalistiche e non di comunicati aziendali.

Secondo le indiscrezioni provenienti da Bloomberg, Maximo Ibarra, l'attuale numero uno di Wind, andrebbe a guidare la newco, mentre Vincenzo Novari, oggi a capo di 3, entrerebbe nel Consiglio d'Amministrazione.

Definiti i ruoli del management, sarebbero in corso d'opera le decisioni sulla struttura della nuova società, che diverrebbe il primo operatore in Italia con 30 milioni di clienti e 6,4 miliardi di fatturato nel 2014, ma soprattutto con un'ampia prospettiva di razionalizzazione dei costi attuali.

L'operazione, che al momento non trova riscontro all'interno delle due società, determinerebbe quel consolidamento del settore auspicato da molti, frenando la spinta al ribasso delle tariffe telefoniche che ha caratterizzato gli ultimi tempi, con perdite per tutti. Non è un caso che il primo effetto della notizia è stato il balzo in Borsa delle azioni di Telecom Italia. Nessuna notizia trapela, invece, relativamente alla divisione delle quote azionarie tra i cinesi di Hutchinson Wampoa, proprietari di 3 e i russi di Vimpelcom, proprietari di Wind.

L'accordo sarebbe in dirittura d'arrivo con orizzonte questa estate. D'altronde il nostro Paese è quello rimasto indietro rispetto ad un trend di consolidamento del settore delle telecomunicazioni che ha visto nella stessa Europa e negli Stati Uniti operazioni analoghe avvenire già in tempi precedenti. Dopo la dismissione di un asset importante dell'azienda come le oltre 7 mila torri andate ad Abertis, per Maximo Ibarra si tratterebbe di governare un'altra sfida decisiva per il futuro di Wind e dell'intero settore delle telecomunicazioni italiane. Una gatta da pelare non da poco per Telecom Italia.