L'agenda digitale è una delle iniziative della Commissione Europea per favorire la crescita economica e il progresso sociale. Ha fissato per il 2020 l'obiettivo di rendere fruibile per almeno il 50% della popolazione di ogni Stato membro la banda ultralarga, ovvero l'accesso alla fibra ottica a 100 mega al secondo, garantendo comunque per tutti un accesso ad almeno 30 mega. La volontà dell'Europa, sostanzialmente, è che tutti possano accedere ad internet e navigare bene. Per toccare questo traguardo nel nostro Paese, è necessario realizzare una rete in fibra ottica che sia capace di raggiungere anche le aree economicamente meno vantaggiose per l'investimento privato, attraverso un impegno pubblico che superi l'ostacolo del disinteresse dei privati nei piccoli centri, nelle zone rurali o di montagna.
Non solo. E' anche necessario adoperarsi per un cambio tecnologico, vale a dire il superamento della tradizionale strada in rame (il famoso "doppino telefonico") realizzata da Telecom Italia. Per navigare a 100 mega, infatti, è necessario che fin da casa nostra noi possiamo essere collegati in fibra ottica, mentre fino ad oggi Telecom e Fastweb hanno concentrato i loro investimenti sulle aree economicamente più vantaggiose e su un'architettura che prevede di arrivare fino all'armadietto posto sul marciapiede, per poi risalire a casa del cliente con la vecchia strada in rame, determinando una riduzione della velocità di connessione, che scende fino a 70-80 mega al secondo. Ovviamente, è interesse di Telecom cercare di valorizzare, finché può, la vecchia infrastruttura in rame, ma non è l'interesse collettivo.
Per questo motivo, le strade di Telecom e del Governo italiano si sono (almeno per il momento) divise, in quanto il Governo non è riuscito a coinvolgere l'ex monopolista nel piano di investimenti di 6,5 miliardi in cinque anni per la fibra ottica che voleva realizzare attraverso l'utilizzo della società a maggioranza pubblica Metroweb e a cui avrebbero dovuto aderire tutti gli operatori.
Stando alle notizie riportate oggi da Repubblica, Palazzo Chigi avrebbe superato l'impasse di cui abbiamo riferito anche noi nei giorni scorsi attraverso un coinvolgimento a tutto tondo di Enel nell'iniziativa. L'ex monopolista dell'energia elettrica sarebbe disponibile ad usufruire di una parte dell'investimento pianificato dal Governo per mettere a disposizione la propria presenza capillare nel Paese, facendo passare sia sottoterra sia lungo la palificazione elettrica l'autostrada tecnologia in fibra voluta dall'agenda digitale. Un'attività che Enel realizzerebbe senza chiedere la proprietà della nuova infrastruttura, come pretendeva Telecom, e razionalizzando i propri costi, perché potrebbe nel frattempo approfittare per ammodernare la propria rete e i contatori. Purtroppo, siamo ancora nel campo delle ipotesi e il condizionale è d'obbligo.