"I have a dream": è con queste semplici parole che Martin Luther King iniziava il suo discorso più famoso ben 50 anni fa. Era infatti il 28 agosto del 1963, un giorno che è rimasto nella storia perché per la prima volta un uomo è riuscito a mettere d'accordo il mondo intero con le sue parole, perché per la prima volta si è parlato di razzismo e della voglia di combatterlo con passione e a testa alta, perché per la prima volta bianchi e neri hanno sentito che era arrivato davvero il momento di creare una base comune da cui partire, di distruggere tutte le barriere, di diventare tutti uguali e tutti egualmente liberi. 

I have a dream, ho un sogno, ma la domanda che tutti oggi a distanza di 50 anni ci poniamo è se quel sogno di Martin Luther King sia stato davvero raggiunto. Martin Luther King sognava un'America in cui tutti potessero sedersi allo stesso tavolo senza alcun tipo di pregiudizio, in cui bambini bianchi e bambini di colore potessero sedere accanto a scuola, in cui le persone venissero giudicate per il loro cuore e per le loro azioni e non per il colore della loro pelle. Senza dubbio da quel lontano 1963 sono stati fatti molti passi avanti in questo senso e i bambini giocano tra loro qualunque sia il colore della loro pelle, ma dobbiamo ammettere che sono ancora molti i passi che devono essere compiuti. Ancora oggi nel 2013 sono all'ordine del giorno infatti episodi di violenza razziale e di discriminazione, non solo in America ma in ogni altro paese del mondo. 

Il figlio maggiore di Martin Luther King ha affermato: "Non è il momento delle commemorazioni nostalgiche. E non è il momento delle autocelebrazioni. Il lavoro non è finito. Il viaggio non è completato. Possiamo e dobbiamo far di più". Parole queste che ci esortano ad agire, a portare avanti quel viaggio che Martin Luther King ha iniziato per noi, con la speranza che la meta dell'eguaglianza e della libertà per tutti possa finalmente essere raggiunta.