Il web ha laforza di ritrovare e riconoscere anche i miti che la rete stessa è riuscita alanciare anni or sono e di cui nel tempo se ne sono perse le tracce: parliamo degli sposini di Bari, una coppia di giovani sposi chefurono intervistati esattamente 20 anni fa e che per via delle loro simpatichedichiarazioni sono finiti per diventare dei veri e propri idoli in tutta laPuglia. Sono stati diversi i programmi televisivi nazionali (uno su tutti Mai dire gol) ascherzare su questo esilarante video in cui si parla di una crociera passanteper Milano e per la Svizzera e in cui i due sposini si dichiaranopubblicamente.

Mai avrebbero immaginato che sarebbero diventati così celebrisul web.

Il motivoper il quale andiamo a ricordarli ci arriva dalla testata giornalisticapugliese Barilive.it che è riuscita a rintracciare il protagonista di quelvideo, tale Giovanni Lorusso, immortalandolo in un'altra intervista vent'annidopo. Parla di come la gente lo riconosca e lo identifichi come lo "sposinobarese" anche se non è più legato a quella donna di nome Gina.

Barilive.it ricalca però la realtà e oltreai capelli bianchi di Giovanni, che in vent'anni è sì invecchiato ma non haperso il suo sorriso, mette in luce una situazione drammatica del cittadinopugliese. Versa ormai da diversi anni uno stato di profonda indigenza e rischiache la sua attuale moglie e suo figlio vengano destinati ad una struttura diospitalità differente, separandoli.

A questo si aggiunga che il figlio èinvalido e chiede assistenza alle istituzioni per un aiuto almeno minimo che glipermetta di sopravvivere e di mantenere la propria famiglia. Rischia lo sfratto nella sua attuale abitazione e pare che dalla sua famiglia non giungano segnali confortanti di aiuto.

Nel video, quello nuovo di Barilive.it, èla moglie a rimarcare i sentimenti fortissimi per il loro figlio, addiritturasuperiori a quelli per il marito, ormai non più sposino novello.

E mentre si attendono delle risposte daparte delle istituzioni riguardare il video e porre a confronto le duesituazioni è fin troppo semplice: 20 anni fa c'era l'incuranza, la voglia difare e di sognare ipotetici viaggi, ora, 20 anni dopo, c'è un'incresciosasituazione economica e sociale da risolvere.