E' passato un anno dalla morte della modella Reeva Steenkamp. Quella mattina fatidica del 14 febbraio 2013, l'atleta paraolimpico Oscar Pistorius ha sparato e ucciso la sua fidanzata, chiusa nella toilette di lusso del piccolo appartamento dello sportivo a Pretoria.

A partire dal 3 marzo, inizia il processo ai danni di Pistorius per presunto omicidio premeditato della ragazza, insieme ad altri oneri minori, come il possesso di armi e sparare liberamente in spazi pubblici in due precedenti occasioni.

La madre della modella, June Steenkamp, ha annunciato che sarà presente all'audizione pubblica, mentre sono stati compiuti progressi per creare una fondazione, con il nome della figlia defunta per aiutare tutte quelle donne che subiscono abusi.

La televisione via cavo DSTV sudafricana ha annunciato che il 2 marzo inizierà uno speciale di 24 ore su Pistorius. L' interesse dei media è tale che i responsabili del processo hanno negoziato nei minimi dettagli con i media su dove potranno posizionare le telecamere e quali parti dell'audizione saranno visibili in televisione.

Il futuro di Pistorius sarà deciso dal giudice Thokozile Masipa, la seconda donna nera a tenere un seggio alla Corte Superiore nel 1998.

Secondo la polizia sudafricana ci sono tutte le prove per dimostrare che l'atleta ha sparato sapendo perfettamente che dietro la porta del suo bagno c'era la sua fidanzata, smontando così la versione data da Pistorius durante la prima audizione.

Il velocista, soprannominato Blade Runner per le protesi in titanio, ha sempre sostenuto che quella notte sentì un rumore all'interno dell'appartamento e, credendo che fosse entrato un ladro, ha afferrato uno dei suoi fucili senza accendere la luce nella stanza ed ha sparato quattro volte. La sua fidanzata è morta così quasi sull'istante.

Stando alle ultime notizie una delle chiave per sbloccare il caso si troverebbe nei tre I-Phone di Pistorius e della vittima di cui l'atleta dice di non ricordare le password. Gli investigatori di Pretoria hanno così chiesto l'aiuto dell'FBI per richiedere all'Apple l'accesso ai dati degli smartphone necessario per controllare le chiamate e i messaggi dell'atleta durante le ore prima dell'omicidio.

Senza quella autorizzazione da parte dell'Ufficio federale di investigazione non sarà possibile avanzare alcuna richiesta alla società di Steve Jobs.

Gli avvocati di Pistorius invece hanno assunto dei servizi forensi sempre americani, la cui missione è dimostrare che, vista la traiettoria dei proiettili e la posizione del corpo della Steenkamp, l'atleta ha sparato mentre era in preda al panico per la minaccia di un intruso e non ha indossato le protesi.

Nel frattempo sono un centinaio i testimoni chiamati dal pubblico ministero al processo, tra cui un'ex fidanzata di Pistorius e l'ex giocatore di rugby Marco Batchelor, con cui ebbe una lite violenta in un ristorante.

Presto, si spera, sapremo tutta la verità su cosa è successo veramente quel fatidico 14 febbraio che dovrebbe essere il giorno di tutti gli innamorati e che, per Reeva Steenkamp si è trasformato drammaticamente in un San Valentino di sangue e morte.